
Durante l’esercitazione EDGE 22 (Experimental Demonstration Gateway Exercise), svoltasi presso il Dugway Proving Ground (Utah), l’US Army ha condotto un test per l’impiego di uno sciame di droni aviolanciati e interconnessi tra loro. Il test ha visto il lancio di 28 ALE (Air-Launched Effects), tutti controllati da un singolo operatore, effettuato da un elicottero UH-60 BLACK HAWK e da alcuni veicoli di lancio a terra. Si tratta del test con il maggior numero di droni utilizzati in sciame e controllati da un singolo operatore che sia mai stato effettuato. Questa dimostrazione si inserisce nell’ambito dello sviluppo delle capacità per il Future Attack Recon Aircraf (FARA) per l’US Army, una delle 2 componenti (insieme al FLRAA, Future Long-Range Assault Aircraft) del programma Future Vertical Lift (FVL). Gli ALE utilizzati nel test sopracitato sono gli ALTIUS 600 (Air-Launched Tube-Integrated Unmanned System) prodotti da Area-I. Il concetto di impiego degli ALE dal FARA è quello di utilizzare tali piattaforme per la conduzione di missioni di diverso tipo: i vari UAV (28 nel caso del test in questione) operano in sinergia tra di loro e in connessione con altre piattaforme pilotate e non pilotate e con i posti di comando e le truppe a terra, andando a formare un complesso network di sistemi. L’utilizzo di sciami di ALE presenta dei vantaggi importanti in termini operativi, come ad esempio la possibilità di penetrare in uno spazio aereo contestato o all’interno di una bolla A2/AD per svolgere missioni sia di ricognizione che di attacco ad un rischio e un costo più contenuti (rispetto alle piattaforme pilotate). Una delle problematiche del programma tuttavia è rappresentata dal fatto che, una volta lanciati dall’elicottero, gli UAV non possono essere recuperati dallo stesso. Per maggiori dettagli si veda RID 7/2022 in uscita a fine giugno.
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