
La situazione sul terreno in Ucraina è molto fluida e tutti gli indicatori attualmente misurabili fanno pensare ad un allungamento dei tempi del conflitto. I Russi continuano a colpire le infrastrutture del Paese con attacchi missilistici lanciati dalle navi e dai sottomarini della Flotta del Mar Nero e dai bombardieri strategici che si mantengono al sicuro all’interno dello spazio aereo russo. Gli obbiettivi sono sopratutto linee e nodi ferroviari, stazioni elettriche e depositi di carburante. Chiaro l’intento di Mosca da un lato di interdire l’afflusso di armi e aiuti provenienti dalla NATO e, dall’altro, ostacolare l’alimentazione dello sforzo bellico ucraino privandolo quanto più possibile del carburante necessario a muovere i mezzi. Al momento, non è semplice valutare l’impatto di questi attacchi e capire se l’industria militare russa sarà capace di garantire le sufficienti forniture di sistemi d’arma, i missili da crociera sono molto più costosi delle “semplici” bombe guidate, così come una sortita di un bombardiere costa di più della sortita di un caccia tattico. Vale la pena tuttavia ricordare che l'industria militare russa, tradizionalemnte la migliore del Paese, sta operando in regime di produzione bellica, regime nel cui ambito corruzione ed inefficienze, tipiche del processo industriale russo, tendono a ridursi.
Per quanto riguarda il campo, sul fronte del Donbas, come ci confermano nostre fonti locali, gli Ucraini hanno lasciato la città di Yampil per ritirarsi verso Ozerne, mentre le forze russe (in particolare elementi delle Forze Speciali e recon) hanno investito le città di Lyman, 18 km a nordvest di Yampil, e Shandryholove, a una quindicina di chilometri a nordovest di Lyman, costantemente bersagliata con l’artiglieria. Qualora Shandryholove dovesse cadere in mano russa, la difesa di Lyman da parte degli Ucraini diventerebbe ancor più difficile. In questo settore, la tattica dei Russi sembra molto accorta: massiccio utilizzo dell’artiglieria e azioni rapide e combinate delle Forze Speciali e delle VDV, linee logistiche più corte e sicure, e attesa. Le batoste subite nel nord, sui fronti di Kiev, Cernihiv e Sumy, hanno del resto fatto scuola e i Russi cercano in questa fase prima di tutto di preservare le (scarse) forze.
Spostandoci più a sud, a Mariupol da ieri unità cecene e della DPR, appoggiate da Spetsnatz dell’Esercito Russo, sono entrate in un’area dell'acciaieria AzovStal, precedute da attacchi aerei e tiro di artiglieria. L’assalto, che si era interrotto ieri sera, pare sia ripreso stamattina, in attesa di capire se la tregua annunciata per consentire l’evacuazione degli ultimi civili ci sarà o meno. Probabilmente l’intento dei Russi è cercare di conquistare l’AzovStal per poter così annunciare il 9 maggio il controllo completo su Mariupol. Non sarà semplice considerando la tipologia di obbiettivo in questione e le difficoltà che questo mette di fronte agli attaccanti.
Sempre a sud, i Russi avrebbero costituito 2 FOB avanzate: nella parte settentrionale dell’oblast di Kherson e nella parte occidentale dell’oblast di Zaporizhia, mentre la ricognizione è tornata a spingersi più a nord in direzione di Kryvyi Rih. Sempre nell’oblast di Zaporizhia, i Russi hanno allestito anche un deposito di carburante ed un sito per la riparazione dei mezzi e degli equipaggiamenti danneggiati. Da giorni, si parla in questo settore di una possibile offensiva in grande stile delle Forze di Mosca, ma al momento le Forze non sembrano sufficienti e con molta probabilità si attendono i Battle Group rigenerati, ristornati dalla battaglia di Mariupol.
Nell’area di Kharkiv, come dato già conto, le forze ucraine si sono spinte fino a 45 km ad est della città occupando Staryi Saltiv e Molodova, e starebbero facendo affluire unità corazzate nell’area, nell’ambito di una rotazione con le truppe della 92ª Brigata Meccanizzata. La situazione è da monitorare attentamente perché gli Ucraini da qui potrebbero minacciare il fianco nordoccidentale dell’asse russo di Kupiansk-Izyum.
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