
Negli ultimi 2 giorni si sono registrati importanti sviluppi in tutta l’Ucraina.
Sul fronte di Izyum, i Russi sono riusciti ad avanzare su Velyka Komyshuvakha e Zavody, aprendo una nuova direttrice di manovra che potenzialmente potrebbe dirigersi su Pavlograd, o addirittura su Poltava, mentre nell’area di Severodonetsk, hanno definitivamente catturato Novotoshkivske, per lanciare immediatamente ulteriori offensive sugli insediamenti di Nyzhne e Orikhove.
In direzione di Slovyansk, le forze di Mosca stanno conducendo un doppio attacco dalla zona di Liman e da quella di Izyum, quest’ultima con il concomitante focus di alcune colonne sull’arretrata Barkhinove (da dove passa la linea ferroviaria per Sloviansk). In quest’ultima direzione l’avanzata è piuttosto lenta, mente a Liman risultano pesanti perdite ucraine, dovute al fatto che i Russi stanno riuscendo a sfruttare la complessa orografia boscosa dell’area per condurre infiltrazioni e agguati. Zarechne, inoltre, è stata catturata, e al momento si combatte duramente a Yampil. Qualora questa cada, la possibilità per Liman di essere attaccata alle spalle è reale. Foreste e boschi non sembrano avere risparmiato nemmeno le unità ucraine disposte nei dintorni di Yatskivka, parzialmente occupata dopo che forze russe provenienti da Lozove avevano pesantemente ingaggiato controparti ucraine.
Più a sud, Novohrodivka, Novokalynov, Ocheretyne, Krasnohorivka, Avdiivka, Novomyhailivka e Mariinka sono state pesantemente bersagliate dall’artiglieria, con le ultime 4 investite anche da assalti terrestri, alla fine respinti.
A Mariupol continuano combattimenti e bombardamenti aerei, pure al di fuori delle acciaierie Azovstal, le quali, comunque, hanno cominciato a patire incendi piuttosto importanti. Il segno che le parti attigue al complesso non sono state completamente rastrellate o che i difensori possono sfruttare tunnel e cunicoli per colpire gli attaccanti.
Ancora più a sud, nell’oblast di Zaporizha, l’area di Velyka Novosilka sta gradualmente cedendo ai Russi, con la cattura di Novosilka. Qui il dispositivo difensivo ucraino rischia di essere messo in forse dalle concomitanti puntate offensive che di tanto in tanto le forze di Mosca lanciano partendo da Vulhedar, come abbiamo sottolineato più volte. Anche la linea che corre da Huliaiopole fino a Polonhy e poi Orikhiv sembra dal canto suo sempre più in crisi, se, come sembra, ben addentrati piccoli insediamenti in direzione di Trudolyubivka hanno visto un ampio combattimento contro una ricognizione offensiva russa, non ancora del tutto esauritasi.
A ovest di Kherson, gli Ucraini, dopo aver tallonato i Russi nei giorni precedenti fino alla vicina Chornobayvka, sono ripiegati sugli insediamenti di Pravdyne, Zelenyi Hai, Barvinok, e Klapaia. All’ovest di questo movimento, in senso esattamente contrario, si è tuttavia registrata, nel momento in cui stiamo scrivendo (27 aprile), un’improvvisa avanzata russa in direzione di Mykolaiv, culminata, per ora, con la presa di Novo Zarya. Sembra, dunque, che a causa di essa gli Ucraini stiano ripiegando ancor più a ovest, forse addirittura abbandonando Kyselivka. Sarà forse anche per questo che, dal fronte di Kryvi Rih, si sono distaccate 2 grosse colonne russe che si sono mosse in direzione di Mykolaiv. Entrambe sarebbero state fermate, per il momento, a Novodmytrivka e Bilousove.
Infine, una nota sull’attacco al ponte di Zatoka. Al lancio missilistico russo del 26 aprile sull’unico ponte (appunto, quello di Zatoka) che collega la Bessarabia al resto dell’Ucraina, che peraltro ha fatto danni modesti, è seguito, nelle prime ore del giorno successivo, un bombardamento ucraino sulla, da tempo, occupata Isola dei Serpenti. È possibile che lì siano in corso apprestamenti russi preparatori a un colpo di mano in Bessarabia, regione contraddistinta da un certo sentimento pro-russo, e su cui le forze di Mosca potrebbero in teoria ricongiungersi con relativa facilità con quelle in Trasnistria, da 2 giorni poste in pieno allarme (quelle russe almeno, ufficialmente denominate truppe di peacekeeping ed etichettate come Armata, ma in realtà composte da 2 soli grossi battaglioni). La mossa è ovviamente seguita agli attentati dinamitardi di natura dimostrativa che la regione separatista della Moldavia ha patito in questi giorni, con le sue “forze armate” che, a quanto pare, hanno cominciato a rinforzare, con trinceramenti e barricate i punti di ingresso sia con l’Ucraina che non la stessa Moldavia. Al momento in cui scriviamo (27 aprile), è appena giunta notizia che il ponte di Zatoka è stato attaccato nuovamente con lanci missilistici, stavolta con sua completa distruzione. Continuiamo a rimarcare che l’accanirsi su un obiettivo apparentemente così lontano dal fronte tradisce un possibile tentativo di più ampio respiro, senza dimenticare che il ponte viene impiegato per fare affluire armi e rifornimenti per le forze di Kiev provenienti dalla Romania.
Seguiteci anche sul nostro canale Telegram.