Il 20 aprile 2022, presso il cosmodromo di Plesetsk, la Russia ha testato con successo il missile balistico intercontinentale RS-28 SARMAT. Si tratta di un ICBM “super-pesante” basato in silos, sviluppato dal Makeyev Rocket Design Bureau a partire dal 2009. Nell’agosto del 2016 era stato testato con successo il motore per il primo stadio, mentre nel dicembre 2017 è avvenuto il primo test per valutare la fase di fuoriuscita dal silos. Da un punto di vista tecnico l’RS-28 è un missile a 3 stadi a propellente liquido, lungo 35,3 m, con un diametro di 3 m e una massa al decollo di 208 t; può raggiungere velocità di mach 20 e ha un raggio d’azione di 18.000 km. Il missile è in grado di trasportare un carico pagante di 10 t, potendo montare tra 10 e 16 testate nucleari MIRV (a seconda del potenziale), o in alternativa una combinazione di testate e contromisure (che consentirebbero, secondo i Russi, di superare qualunque difesa antibalistica), o ancora un numero non specificato di veicoli di rientro ipersonici (Hypersonic Glide Vehicle, HGV) AVANGARD. A quanto dicono i Russi il SARMAT, grazie al sistema di bombardamento orbitale frazionale (Fractional Orbital Bombardment System, FOBS), sarebbe inoltre in grado di utilizzare traiettorie d’attacco molto particolari, come ad esempio un attacco su suolo americano passando per il Polo Sud. Il sistema FOBS consente di compiere un volo orbitale quasi completo (da qui “frazionale”) intorno alla Terra. Le capacità del SARMAT sono garantite dall’esteso raggio d’azione e dalla capacità di volare a un livello orbitale molto basso. Le traiettorie “non convenzionali”, la bassa altitudine di volo e la brevità della fase di propulsione iniziale rendono inoltre molto difficile l’intercettazione dell’RS-28.
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