La notizia della cattura di Kreminna da parte dei Russi sta destando molte preoccupazioni fra chi teme che l’offensiva sul Donbass sia già cominciata. In realtà, continuiamo a ritenere che nell’Oblast di Zaporizha si stiano registrando gli sviluppi maggiormente degni di attenzione, mentre, d’altra parte, è vero che tutti i fronti nel loro complesso stanno mostrando il “nuovo corso” inaugurato dal Generale Dvornikov, in buona parte caratterizzato da giornate (e nottate) intere di fuoco di artiglieria su una scala d’intensità senza precedenti.
Nel Donbass, su Rubizhne e Popasna si sono rinnovati attacchi terrestri, con l’evidente intenzione di replicare il successo di Kreminna. A Poapsna, in particolare, i Russi sarebbero riusciti a entrare in città, e al momento furiosi combattimenti strada per strada risultano in corso. Sembrerebbe che nell’attacco siano coinvolti pure mercenari siriani e libici, e contractor della Wagner.
Sul fronte di Izyum, è stata riportata una crescente attività da parte di truppe russe provenienti dalla 106ª Divisione Aviotrasportata, a cui si stanno contrapponendo i paracadutisti ucraini della 25ª e dell’81ª Brigate Aviotrasportate. I tentativi russi, in particolare, si stanno concentrando su Sulyhivka e Dibrivne, e anche sulla non troppo distante Lyman, altro punto da cui minacciare il grande centro di Slovyansk. Tali notizie, dunque, continuano ancora a tracciare un quadro di contenimento, che potrebbe ancora diventare definitivo qualora la puntata offensiva ucraina registratasi nei giorni scorsi a sudest di Kharkiv – e condotta da elementi della 92ª e 93ª Brigate Meccanizzate - riesca a minacciare effettivamente il nodo strategico di Kupiansk, da quale dipende buona parte dello sforzo logistico russo in questo settore.
Ben più a sud, nell’Obalst di Donetsk, ai pesanti bombardamenti su Avdiivka e Marynka sono seguiti consolidamenti di posizioni russe nelle vicinanze delle 2 città, non ancora concretizzatisi, però, in assalti veri e propri. Anzi, di fronte a Marynka i Russi sono alla fine dovuti arretrare a causa di una sostenuta controffensiva ucraina. Krasnohorivka, dal canto suo, anche se in posizione un po' più arretrata, è stata oggetto di intensi bombardamenti.
A Mariupol i difensori asserragliati nelle acciaierie Azovstal, sono riusciti a spezzare una parte dell’assedio e a ricongiungersi con alcuni gruppi isolati che erano rimasti in una sottile striscia nel quartiere Primorsky della città. La Azovstal è una città nella città con una superficie di circa 12 km², centinaia di magazzini, ciminiere, impiantiti di alimentazione, ecc. e decine di chilometri di tunnel e corridoi sotterranei. Questi ultimi sono stati realizzati nel periodo della Guerra Fredda, per permettere ai 40.000 addetti dell'infrastruttura di mettersi al sicuro in caso di attacchi nucleari, e si sviluppano per ben 6 piani sotto terra. In pratica si tratta di un obbiettivo estremamente difficile da prendere, che consente ai circa 2.000 militari ucraini - in gran parte del Reggimento per Operazioni Speciali AZOV e della 36ª Brigata di Fanteria di Marina – ivi asserragliati di condurre sortite e attacchi di “alleggerimento” anche in altre parti della città. Un bombardamento a tappetto non “risolverebbe” il problema perché oltre a danneggiare solo quanto è in superficie, danneggerebbe irrimediabilmente un'infrastruttura strategica che i Russi dovrebbero utilizzare dopo, a guerra finita. L’alternativa sarebbe stanare i soldati ucraini tunnel per tunnel o trovare tutti gli sfoghi esterni e chiuderli, ma ciò richiederebbe evidentemente molto tempo. Da qui, il rischio che i Russi ad un certo punto possano utilizzare armi chimiche, una soluzione drammaticamente più semplice ma che permetterebbe di conseguire l’obbiettivo a tempi e costi più ridotti. Non è un caso che Putin proprio stamattina abbia annunciato di aver ordinato la sospensione dell'attacco alla Azovstal.
Tornando agli altri fronti della guerra, ancora più a sud, nella citata Zaporizha, ai soliti bombardamenti nell’area di Huliaiopole è seguita la conquista russa di alcuni insediamenti minori al suo est, nei dintorni di Staromlynivka (essa stessa parzialmente occupata), in direzione di Temyrivka. Inoltre, si è avuto un importante tentativo russo di forzare la situazione su Polony e su Orikhiv, i cui esiti si dovrebbero capire tra oggi e domani. A Melitopol, invece, come ulteriore misura di contrasto al crescente fenomeno partigiano, è stato creato uno squadrone cosacco collaborazionista, sembra con elementi che in realtà proverrebbero dalla Crimea. Da notare come in un villaggio appartenente all’Oblast di Zaporizha, Rozivka, si sia tenuto un referendum “pilotato” per la sua annessione alla Repubblica Popolare di Donetsk. La mossa tradisce la volontà di espandere un eventuale futuro successo russo nel Donbass ben oltre i tradizionali “confini” che delimitano quella zona.
A ovest di Kherson, un furioso assalto russo nella da giorni contesa Oleksandrivka è riuscito faticosamente ad avanzare di qualche chilometro il fronte al prezzo di pesanti perdite, mentre il sempre dimenticato fronte di Kryvi Rih ha visto pesanti bombardamenti di fuoco indiretto, anche qui assai più intensi rispetto alla norma, sugli insediamenti di Zelenodolsk, Marynske, e Velika Kostromka. Alle spalle di questo fronte, fino alla stessa Dnipro, sempre più frequentemente avvengono arresti di cellule di sabotatori (la testimonianza del maggior “grip” che i Russi hanno in queste aree del Paese). In Kherson stessa, invece, un noto collaborazionista locale è stato assassinato da quella che sembra un’azione punitiva “gappista”.
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