La nave ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero, l’incrociatore lanciamissili MOSKVA (classe SLAVA), è affondata a seguito del grave danneggiamento causato da un incendio e da esplosioni a bordo avvenuti nella notte tra il 13 e il 14 aprile.
Il governatore dell’Oblast di Odessa, Maksym Marchenko, ha dichiarato che si tratta di un attacco ucraino sferrato con 2 missili antinave NEPTUNE. Il Ministero della Difesa russo conferma il grave danneggiamento, ma sostiene sia dovuto all’esplosione di alcune munizioni, avvenuto a seguito di un incendio scoppiato a bordo per cause non ancora accertate. Sempre secondo il Ministero della Difesa russo l’equipaggio del MOSKVA sarebbe stato evacuato e il vascello, ancora in galleggiamento, rimorchiato in direzione Sebastopoli. Un portavoce del Pentagono, invece, ha affermato che la nave, pur essendo danneggiata, starebbe navigando verso il porto di Sebastopoli in Crimea. Nella notte tra il 14 e il 15 aprile il Ministero della Difesa russo ha annunciato che il MOSKVA sarebbe affondato mentre veniva rimorchiato verso la Crimea. La causa sarebbe una tempesta che avrebbe fatto rovesciare la nave, il cui scafo era già gravemente danneggiato.
In caso la nave risultasse essere fuori uso si tratterebbe di un duro colpo per le Forze Armate russe, in particolare per quanto riguarda la difesa antimissile e antiaerea nel Mar Nero, e di conseguenza nell’Ucraina sudorientale. Il MOSKVA è infatti un incrociatore lanciamissili da 12.500 t di dislocamento, i cui compiti principali sono la difesa aerea, garantita da 64 missili SA-N-6 (la versione navale del S-300) disposti in 8 celle “a tamburo” da 8 missili ciascuna, e il contrasto alle unità di superficie, grazie ai 16 missili antinave supersonici P-1000 VULKAN. Inoltre, grazie al radar tridimensionale di ricerca a lunghissimo raggio operante in banda UHF/L (C/D) Salyut MR-800 VOSHKOD TOP PAIR (FLAG), il MOSKVA svolge funzione di picchetto radar. Pertanto l’incrociatore garantisce la copertura antiaerea e la copertura radar alla flotta russa del Mar Nero e alle unità russe dispiegate nel sudest dell’Ucraina.
In chiave NATO si tratta di una notizia dall’alto valore strategico, in quanto con la perdita del MOSKVA viene meno la capacità russa di controllo dello spazio aereo alleato a ridosso del Mar Nero e la capacità di deterrenza. L’accaduto è inoltre molto rilevante a livello simbolico.
Per quanto riguarda il NEPTUNE (RK-360MC) si tratta di un missile cruise antinave ground-based ucraino (sviluppato da Luch Design Bureau) basato sul Kh-35 russo, con un raggio d’azione di 280-300 km. La capacità operativa iniziale dovrebbe essere stata raggiunta in concomitanza con l’inizio della guerra in Ucraina.
Infine circola la notizia, da confermare, dell’impiego di un drone BAYRAKTAR TB 2 per “distrarre” le difese aeree del MOSKVA.
Seguiteci anche sul nostro canale Telegram.