RIVISTA ITALIANA DIFESA
Allarme per le mine vaganti in Mar Nero 30/03/2022 | Giuliano Da Frè

Che la guerra russo-ucraina sia una mina vagante per il mondo intero, non è solo un modo di dire metaforico. In queste ultime settimane si sono infatti moltiplicati gli allarmi per la presenza sia di campi minati lungo le coste del Mar d’Azov, ormai quasi tutte sotto controllo russo, sia nelle acque di Odessa, dove a farne le spese il 3 marzo fu il cargo estone (battente bandiera panamense) da 2.000 t HELT, affondato dopo aver urtato una mina. Il 22 marzo erano le autorità marittime russe a emanare un NAVTEX di allerta sul pericolo delle mine naviganti. L’avviso ai naviganti sottolineava il fatto che circa 420 mine ucraine erano andate alla deriva a causa delle tempeste in corso in quei giorni, e in violazione alle convenzioni dell’Aja del 1907. Al di là della sottolineatura propagandistica, l’allarme aveva un suo fondamento. Il giorno dopo la capitaneria di porto di Sochi rilanciava l’allarme, ripreso dalle autorità turche. E il 26 marzo era proprio un peschereccio turco ad avvistare una mina alla deriva all’ingresso del Bosforo. L’area è stata messa in sicurezza da unità della Guardia Costiera turca, mentre una squadra UDT (Underwater Defence Team) ha recuperato la torpedine, che sarebbe di vecchio modello ex sovietico e nella disponibilità di ambo i contendenti, per disinnescarla ed esaminarla. Per evitare altri incidenti, la Marina Turca ha dispiegato i 2 moderni cacciamine AKCAY e AKCAKOCA (derivati dai Type-332 tedeschi e consegnati nel 2007-2009), scortati dal pattugliatore TEKIRDAG (classe TUZLA) e supportati da un aereo da ricognizione CASA CN-235M. Il 28 marzo altre 2 mine sono state neutralizzate, sempre dai turchi al largo di Igneada (presso il confine bulgaro) e dalla Romania al largo delle sue coste. Resta da vedere se sarà attivato lo Standing NATO Mine Countermeasures Group 2 (SNMCMG2), che già nel 2021 aveva compiuto esercitazioni in Mar Nero.

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