RIVISTA ITALIANA DIFESA
Gli Ucraini contrattaccano a est di Kiev e i Russi avanzano dentro Mariupol. Le ultime 25/03/2022 | Igor Markic

La giornata di ieri è stata contraddistinta dall’attacco alle navi russe ancorate nel porto di Bersyansk. Secondo alcune fonti si sarebbe trattato di un lancio (molto fortunato…) di un TOCHKA-U, che ha colpito alcune navi da sbarco, affondandone una (classe ALLIGATOR), e danneggiandone, piuttosto gravemente, altre 2. Va detto che i video che circolano circa l’evento non confermano inequivocabilmente l’impatto di un missile, ma soltanto una serie di conflagrazioni continue che confermerebbero come almeno la nave poi affondata avesse a bordo munizionamento che, attivato, ha poi investito i battelli contigui. L’ipotesi di un incidente al posto di un vero e proprio attacco, dunque, non è ancora del tutto da escludere, così come quella dell’attacco di un drone, ipotesi che circola oggi, o della ricaduta di frammenti di un TOCHKA-U intercettato dalla contraerea russa. A Kiev, le notizie sui semi-aggiramenti di truppe russe dislocate a ovest della città che le forze ucraine sono riusciti a mettere in atto nei giorni passati hanno oscurato eventi di più ampia portata verificatisi ad est della Capitale. È oramai accertato, difatti, come contrattacchi ucraini abbiano forzato i Russi a ritirarsi da Brovary fino a Bohdanivka. Ancora più significativa è l’avanzata delle truppe ucraine fino a Lukashi e in direzione Nova Basan. Oltre ad aver liberato in tal modo gran parte della minaccia che gravava sull’autostrada collegante la Capitale con Poltava, la manovra ha permesso agli Ucraini di rientrare nell’Oblast di Cehrnihiv. È ancora presto per dire se la sacca russa su quest’area sarà spezzata, ma è un fatto che i Russi potrebbero essere costretti a stabilire una linea difensiva ad est del fiume Suply. Altre forze rimaste a sud della suddetta autostrada, negli insediamenti di Hostroluchchya, Voitove e Usivka, sono sottoposte a un intenso rastrellamento, e probabilmente, quasi del tutto isolate. A questi rovesci i Russi stanno rispondendo con bombardamenti violentissimi su Chernihiv, che oltre ad aver causato dozzine di incendi nella città, avrebbero distrutto anche un ponte sul fiume Desna. A sud-est di quest’area, dalla zona di Sumy, anch’essa sottoposta a permanenti bombardamenti ma mai completamente circondata, negli ultimi giorni i Russi hanno sviluppato una manovra in direzione sud, chiaramente intesa a giungere a Poltava. È così che da 3 giorni si stanno combattendo violentissime battaglie sia a Okhtyrka che Trostyanets; di quest’ultima, almeno la metà dell’insediamento risulterebbe occupato. Poltava costituisce un nodo strategico, e, se persa, potrebbe offirire ai Russi la possibilità di minaccia sia di Dnipro e Kremenchuk, sia, soprattutto, Karkhiv, a rischio di essere aggirata alla spalle. A sud di quest’ultima, in ogni caso, continuano ad aver luogo, senza soluzione di continuità, gli assalti e contrassalti su Izyum, che al momento nuovamente risulterebbe “divisa” a metà. Ancora più a sud, Rubizhne, Severodonetsk e Popasna stanno conoscendo una sorta di pausa operativa dai tentativi di investimento terrestre, ma non dai terribili bombardamenti che ormai si stanno consumando quasi ora per ora. Diversa la situazione sul fronte Avdiivka-Toresk, dove un attacco combinato di forze russe e filo-russe sono riuscite a conquistare l’insediamento di Verkhnotoretske. Sebbene l’avanzata possa sembrare modesta, ben 2 linee difensive sarebbero stato travolte, nei fatti aprendo un gap nel dispositivo ucraino le cui conseguenze verranno probabilmente valutate nelle prossime ore: l'abbandono di Horlivka, di fronte a Donetsk, per esempio, costituisce un’eventualità non remota. Ma in questa fase è Mariupol l’obbiettivo principale per Mosca. Truppe russe e cecene sono segnalate sulle arterie che collegano il centro città al porto, in qualche caso accompagnate da camion che non altoparlanti diffondono notizie circa la caduta di Zaporizha e perfino Odessa, invitando la popolazione ad approfittare del corridoio umanitario che i Russi offrirebbero sino a Novoazovsk, in pieno terriotrio del Donbass separatista. Il dato che circola relativo a circa 15.000 residenti che avrebbero optato per questa possibilità è probabilmente reale. Ci risulta che a queste persone venga poi ritirato il passaporto ucraino e venga offerta una residenza e un posto di lavoro in località remote che vanno dagli Urali a, persino, le isole Shakalin. Continuiamo a ritenere che il futuro di una Mariupol occupata vedrà forme più o meno mascherate di trasferimenti di popolazione residente a beneficio di nuovi abitanti provenienti dalle repubbliche separatiste. Più ad ovest, il contrattacco ucraino dei giorni passati verso Kherson comincia a riprendere di mordente in forma di un esteso bombardamento di lanciarazzi multipli che, la notte scorsa, avrebbe investito l’aeroporto della città, con danni ancora da valutare. È noto come i Russi abbiano cominciato a costruire, con unità del genio fatte affluire dalla Crimea, una linea difensiva attorno alla città, al contempo tentando di aggirare l’avanzata ucraina con una contromanovra mirata a tagliarle la “coda” che la collega a Mykolaiv. Non sembra che l’iniziativa stia avendo gran successo, anche a causa di un incidente di fuoco amico in cui una colonna corazzata impegnata nella manovra è stata distrutta da una improvvida azione di attacco al suolo da parte di... aerei russi.

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