RIVISTA ITALIANA DIFESA
Ucraina, gli ultimi aggiornamenti. I Russi avanzano, ma lentamente e la “coperta è corta” 15/03/2022 | Igor Markic

I timori di alcuni giorni orsono di un ingresso in guerra di truppe bielorusse non si è sopito: difatti la regione della Volinia ha visto nella giornata del 14 marzo un aumento delle loro manovre a ridosso del confine con l’Ucraina. Anche un’attività di UAV bielorussi nei pressi di possibili punti di passaggio sarebbe stata registrata, ed è possibile che lo scopo di questi sviluppi sia limitato all’immobilizzazione di truppe ucraine che altrimenti potrebbero essere fatte affluire sui fronti al momento attivi, a cominciare da quello, caldissimo, di Kiev. Si tratterebbe, in tal caso, di un trucco simile a quello attuato per diversi giorni ad Odessa, con navi da sbarco che hanno minacciosamente stazionato di fronte alle coste per poi ritirarsi nei porti della Crimea. Peraltro, sembra che proprio ieri alcune di esse abbiano fatto nuovamente apparizione, in concomitanza di qualche attacco aereo e missilistico sulla città. Probabilmente, anche in questo caso nessun sbarco sarebbe in vista, e lo scopo sarebbe quello di tenere truppe ivi dislocate onde prevenirne il rishieramento. Nei dintorni di Kiev (che, comunque, continua ad essere bersagliata da attacchi missilistici che hanno colpito proprietà dell’Antonov e vari quartieri residenziali) ulteriori tentativi russi di oltrepassare, ad ovest, il fiume Irpin non sono stati coronati da successo, mentre ad est della Capitale gli scontri si sono spinti fino a Brovary dove, assieme al vicino sobborgo di Vyshgorod, si combatte strada per strada. È probabile che questo rinnovato impeto offensivo stia beneficiando di truppe che, oramai distolte da Chernihiv (chiusa da giorni in una sacca), sarebbero state ridispiegate proprio sulla Capitale. Due ulteriori assalti su Chernihiv, difatti, sono stati attuati con forze assai meno numerose del solito, che però si sono mosse in aderenza a un ben ampio sostegno di fuoco di lanciarazzi multipli e attacchi aerei. Benchè entrambi i tentativi siano stati respinti, molti danni sono stati riportati lungo il tracciato di questa sorta di tapis-roulant. La vicina Nizhyn è stata parimenti soggetta a sostenute salve di BM-27 URAGAN, risultati in infrastrutture critiche oramai quasi completamente fuori uso. Anche Sumy è martellata con l’artiglieria, con l’aggiunta di un più marcato ricorso ad attacchi aerei ( in generale, in questi ultimi giorni l’Aeronautica Russa è molto più attiva). Più a sud, Izyum, i ripetuti tentativi russi di prendere questa strategica cittadina sono stati respinti, anche se i Russi rimarrebbero acquartierati in una parte di essa e starebbero cercando di aggirarla per spingersi più a sud. Se la mancata caduta di Izyum ha per il momento precluso l’investimento di Slovyansk e Kramatorsk (con la seconda comunque fatta oggetto di vari attacchi aerei), la vicina Avdiivka continua ad essere martellata pesantemente con salve di lanciarazzi multipli; persino qualche TOCHKA-U è stato utilizzato da un paio di giorni a questa parte. L’impiego di questo missile balistico tattico, che si riteneva fosse oramai catalogabile fra i sistemi di seconda linea nell’Esercito Russo, potrebbe nascondere una minore disponibilità dell’ormai super-impiegato ISKANDER. Peraltro un TOCHKA-U ucraino è stato lanciato, probabilmente come rappresaglia, anche su Donetsk, provocando almeno una ventina di vittime. Alle spalle di Dnipro, dove oggi è stato colpito l’aeroporto (pista distrutta), e di Zaporizha, è da almeno 3 giorni che si stanno combattendo confusi scontri con truppe che, dopo il fallimento del tentativo di forzamento di Voroznesensk, sono state ridirette praticamente nella direzione opposta. Ad esse si sono aggiunte forze che fino a ieri occupavano Kherson, ormai sempre più presidiata dalle forze di polizia fatte affluire nei giorni passati dalla Crimea. Si tratta di azioni poco note, su cui è difficile avere informazioni, ma che sembrano preoccupare sempre più i comandi ucraini a causa di qualche successo locale da parte dei Russi. Mariupol sta continuando a respingere tutti gli attacchi, alcuni dei quali penetrati più volte in città, ed un convoglio di circa 160 autovetture è riuscito per la prima volta fortunosamente a guadagnare un percorso di salvezza verso Zaporizha: non sembra però che si tratti di un vero e proprio green corridor. È forse in questo quadro che è da leggersi l’attracco, avvenuto ieri, di navi russe al porto di Berdyansk, dove, oltre a catturare più di una dozzina di battelli della modesta Guardia Costiera ucraina, che li aveva abbandonati al momento dell’occupazione, hanno scaricato una certa quantità di munizionamento. È possibile, dunque, che il secondo porto del Mar d’Azov (dove segnaliamo un’occupazione sempre più dura, con l’arresto persino del capo locale della chiesa ortodossa ucraina), in larga parte intatto, venga utilizzato per far affluire anche truppe di rincalzo per le azioni su Mariupol, distante solo una novantina di chilometri. Un’alternativa è che tali rinforzi siano impiegati per sostenere la lenta avanzata verso Zaporizha. Una colonna mossasi da Melitopol è riuscita a raggiungere Vasylivka dopo molte ore, continuamente bersagliata e rallentata da intermittenti tiri di lanciarazzi multipli ucraini impegnati in un a sorta di arretramento a contrasto dinamico.

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