
La situazione delle ultime ore sta mostrando come gli iniziali successi ucraini comincino a fare i conti con un’indubbia capacità russa di adattarsi alle nuove circostanze, peraltro caratterizzata più da elementi di cinismo e finanche spietatezza che da genialità tattiche. A Kharkiv sono stati condotti pesanti bombardamenti di artiglieria, ma anche con missili balistici tattici ISKANDER, che hanno colpito centri di comando e comunicazione, una fabbrica per carri armati, ma anche aree residenziali. In nottata è stata poi lanciato un avio-sbarco di cui al momento non si hanno notizie. A sud, la grande cittadina portuale sul Mar d’Azov di Mariupol è sotto assedio e le forze russe provenienti dalla Crimea si stanno ricongiungendo con le milizie separatiste del Donbass. Altra importante notizia che ha caratterizzato soprattutto la mattinata di ieri è stata la lunga colonna meccanizzata avvistata mentre “scendeva” lentamente dalla Biellorussia in direzione di Kiev. È possibile che i negoziati tenutisi in una località segreta ma “securizzata” ai confini con la Bielorussia siano contestualmente serviti a far entrare, in relativa sicurezza, tale formazione (le paludi del Prypiat altrimenti male si prestano a manovre di tale mole). Si ritiene che al suo interno vi siano anche reparti bielorussi e ceceni. Ovviamente a una tale minaccia Kiev si sta preparando, fors’anche più che nei giorni passati, al fine di sostenere un assedio o anche un assalto diretto. Riteniamo, tuttavia, che il concetto operativo russo punti invece al suo aggiramento, probabilmente dalla parte ad ovest della città. A supporto di questa ipotesi, sono state riportate aliquote limitate di reparti russi impegnati in tentativi di allestimento di un ponte sul fiume Irpin, località oggetto non a caso di un epsante bombardamento di artiglieria, non a caso protagonista della famosa battaglia con cui nel 1321 il Granduca di Lituania Gediminas acquisì il controllo delle estese pianure dell’Ucraina centrale). Questo del resto farebbe il paio con recenti similari decisioni di aggirare sia Sumy che Chernhiv, da cui si è difatti dilungata la puntata offensiva che probabilmente mira a ad aggirare Kiev da est. Insomma, i Russi in tal modo preferirebbero aggirare le città piuttosto che investirle direttamente, a meno che ciò non sia assolutamente necessario, martellando a sicura distanza con artiglieria e armi stand-off dall’elevato potere distruttivo popolazioni urbane che si speri cedano dal punto di vista psicologico. Ma quali città, in una tale ottica, risulterebbero dunque strettamente necessarie? Senz’altro Kherson, che è stata presa tra ieri e stamattina, anche se scontri sono in corso ancora in alcuni quartieri. Una definitiva conquista di Kherson consentirebbe a forze provenienti dal fronte sud di risalire verso nord tagliando sostanzialmente in 2 l’Ucraina, tanto che a quel punto gli aiuti militari occidentali farebbero fatica ad affluire nei centri urbani rimasti cosi isolati. Si potrebbe obiettare che vi sono centinaia e centinaia di chilometri da percorre per spingersi in profondità verso nord da Kherson, e che le capacità logistiche di sostegno russe non si siano dimostrate idonee a uno scopo del genere. É tutto vero, ma è altresì prevedibile che mentre le capacità degli invasori in tal senso potrebbero migliorare, quella dei difensori sarà sempre più degradata; in ogni caso, già adesso non vi sono indicatori della possibilità ucraina di organizzare e sostenere una vera e propria grande battaglia manovrata campale che, al limite, potrebbe prevenire l’esecuzione di un tale piano. Anche le capacità di una guerra partigiana operante sui fianchi di formazioni russe impegnate in tali manovre non sarebbero da sopravvalutare. La guerriglia odierna è temibile in ambito urbano, mentre in terreni rurali e aperti perde efficace. Oltre alla situazione su Kherson, nelle ultime ore è da segnalare l'operazione di eli-assalto lanciata su Mikolayv, ad ovest di Kherson. Secondo nostre fonti sul posto, alcuni elicotteri russi sarebbero stati abbattuti. Mikolaiv è un obbiettivo strategico che se dovesse cadere nelle mani russe garantirebbe la possibilità di attaccare Odessa da nord-est. Solo cattive notizie dunque per gli ucraini? Forse no, dal momento che sembra che la cittadina di Bedyansk, il secondo porto del Mar d’Azov caduto quasi senza colpo ferire (ma comunque a seguito di una dura ma breve battaglia nella vicina Tokmak), sia stato protagonista sin dalla giornata di ieri di numerosi micro-scontri di guerriglia urbana che hanno visto l’impiego di azioni di cecchinaggio e lanci di bottiglie molotov sugli occupanti. Difficile però dire se queste volenterose azioni possano davvero alleggerire la pressione su Mariupol.
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