RIVISTA ITALIANA DIFESA
Aggiornamenti sul dispositivo militare russo in Donbass e al confine con l’Ucraina 23/02/2022 | Andrea Mottola

Fino al discorso di Putin sul riconoscimento ufficiale delle Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, la presenza militare russa nel Donbass era di difficile valutazione, considerando che decine di mezzi – in particolare blindati ruotati, UAV da ricognizione e sistemi EW – erano stati da anni forniti alle milizie separatiste, senza contare i circa 4.000 consiglieri russi: elementi delle forze speciali, del GRU, ecc. Nelle ultime 36 ore c’è stato l’ingresso ampiamente documentato di nuovi mezzi terrestri e unità di artiglieria, il grosso dei quali provenienti dalla 8ª Armata di stanza a Rostov. Tra questi, almeno una decina di obici semoventi cingolati MSTA da 152 mm e GVOZDIKA da 120 mm, 20 veicoli per il trasporto truppe BTR-70/80 ed MT-LB, circa 15 veicoli da combattimento cingolati BMP-1/2/3 e una dozzina di carri armati T-72B3. La maggior parte di tali mezzi nelle ultime ore risultava nei pressi di Makiivka/Donetsk e in alcune aree situate a nord di Luhansk (Mykhailiuky). Al momento non si segnalano ingressi di sistemi antiaerei, ma è probabile un loro arrivo nei prossimi giorni da unità attualmente acquartierate negli oblast di Belgorod, Rostov e Voronezh. Oltre ai suddetti mezzi, il dispositivo è composto da un numero sconosciuto di soldati appartenenti alla 1ª e alla già menzionata 8ª Armata e al 9° Reggimento Fanteria di Marina. Detto della presenza di mezzi nel Donbass, non va dimenticato lo schieramento di corazzati, sistemi antiaerei e di artiglieria e velivoli in diversi avamposti situati a circa 10/20 km dal confine tra Bielorussia ed Ucraina, e da quello tra quest’ultima e l’oblast russo di Belgorod. Da tali avamposti è probabile lo spostamento di alcuni mezzi verso l’area di Donetsk e Luhansk, mentre risulta meno probabile il rischieramento di veicoli ed elicotteri dalla Crimea dove, al contrario, il dispositivo militare russo è stato incrementato nelle ultime settimane – con l’arrivo di blindati MT-LB, semoventi MSTA-S e lanciarazzi GRAD-K e di circa 60 elicotteri delle VKS (costituiti da una quarantina di Mi-8AMTSh/MTV-5, una ventina tra Mi-28N e Ka-52 e un paio di Mi-26T, rischierati presso la base navale di Donuzlav, situata sull’omonimo lago) - anche in una possibile ottica d’impiego per operazioni volte alla conquista della città di Mariupol che, col suo porto sul Mare d’Azov e la sua localizzazione al centro dell’ipotetico “triangolo” costituito da Rostov - Crimea – Donetsk, rappresenta un obiettivo strategico di enorme rilevanza, anche in considerazione dal fatto che si tratta un nodo per l’esportazione di grano e carbone ucraino. Nell’oblast di Belgorod sono stati segnalati nelle ultime ore una ventina di semoventi d’artiglieria MSTA da 152 mm provenienti da Kursk, unità gettaponte PPS-84 e PP-91, 60/70 carri armati T-72B3 (molti dei quali equipaggiati con gabbie poste sulle torrette come protezione da missili anticarro provenienti dall’alto o munizioni circuitanti/droni spendibili) e T-80BVM/U/UD della 4ª Divisione, più un numero sconosciuto di veicoli corazzati MT-LB e un centinaio di camion. Per quanto concerne il dispositivo aereo, alcune fonti parlano di circa 550 tra aerei ed elicotteri pronti a prender parte ad un’eventuale azione militare in Ucraina. Non è chiaro tuttavia se tali cifre tengono conto dei velivoli dispiegati per l’esercitazione ALLIED RESOLVE in Bielorussia, dove negli ultimi giorni sono stati dispiegati una trentina di elicotteri d'attacco Ka-52 ALLIGATOR, e per altre attività addestrative sul Mar Nero, Mediterraneo Orientale e Baltico (tra cui i MiG-31 schierati a Kaliningrad per i test del missile balistico aeroportato KINZHAL), ora rientrati presso i reparti di appartenenza dei distretti militari settentrionali, centrali ed orientali. Ad oggi, una stima più realistica porrebbe a circa un centinaio il numero totale di velivoli posti nelle immediate vicinanze del confine ucraino. Nello specifico si parla di 25/30 elicotteri da trasporto Mi-8MTV-5/AMTSh e di 15/20 elicotteri d’attacco Mi-24V/P, Mi-28N e Ka-52 schierati su eliporti improvvisati tra Klimovo e Valyuki, distanti meno di 15 km dal confine. Ad essi possono essere aggiunti i circa 40 cacciabombardieri Su-34, dei quali 30/32 appartenenti al 599° Reggimento bombardieri di stanza a Morozovsk (170 km dal confine) e 8/10 al 27° Reggimento di Komsomolsk, temporaneamente rischierati a Primorsko (120 km dal confine). Ovviamente, non vanno dimenticati i velivoli tra caccia, ricognitori, bombardieri tattici ed elicotteri permanentemente schierati in Crimea. Inoltre, non è escluso il possibile rischieramento di 10/20 vecchi biplani AN-2T da utilizzare come esche per la localizzazione dei sistemi antiaerei ucraini – sempre in caso di escalation del conflitto – che alcune fonti indicano genericamente nei pressi del confine ucraino. Va da sé che, a differenza dei mezzi terrestri, nessuno dei suddetti aerei verrà rischierato nei territori separatisti, non foss’altro per mancanza di basi aeree operative, ma appare difficile anche l’arrivo di elicotteri. Diverso il discorso dei sistemi antiaerei a corto raggio PANTSIR-S2/SM e TOR-M1 e a medio raggio BUK-M2, che potrebbero essere rischierati nel Donbass per integrare i sistemi a corto raggio e per la difesa di punto già in dotazione ai separatisti. Al contrario, non dovrebbe essere previsto lo spostamento nelle “Repubbliche” di sistemi a lungo raggio S-300/400, tenuto conto che almeno 3 batterie sono già presenti in Crimea per di più integrate, da circa 2 settimane, da una batteria di S-300V4 posizionata nei pressi di Belgorod, a circa 13/15 km dal confine ucraino, non lontano da una stazione radar mobile KASTA-2E2 per la sorveglianza contro minacce a bassa quota (missili cruise). Un simile ombrello missilistico antiaereo – con capacità antibalistiche – è perfettamente in grado di coprire la quasi totalità dello spazio aereo ucraino pur mantenendo tali sistemi all’interno dei confini russi, riconosciuti o meno (leggi Crimea), dove è decisamente basso il rischio di una loro eliminazione, a meno di un conflitto a larga scala. Stesso identico discorso per i sistemi lanciamissili balistici di teatro ISKANDER da 500 km di gittata, come quelli recentemente rischierati a Karachev – oblast di Bryansk – da dove possono rappresentare una temibile minaccia senza essere dispiegati a ridosso del confine.

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