
Un’eventuale escalation militare della crisi ucraina avrebbe con molta probabilità anche un’appendice navale, vista l’attuale situazione nel Mar Nero, ormai diventato davvero un lago russo, dove la presenza di forze navali della NATO ha oggettivamente solo un valore diplomatico. Il Mar d’Azov è stato fisicamente chiuso già nel 2018, con la costruzione di un ponte sullo Stretto di Kerch che unisce la Crimea, occupata nel 2014, e la regione russa di Krasnodar. Il passaggio sotto le arcate del ponte è bloccato con 2 navi poste di traverso, che possono essere spostate a piacimento dei Russi, impedendo così l’accesso al porto ucraino di Mariupol, il secondo per importanza dell’Ucraina. Il primo porto, Odessa, è anche la base principale della piccola Marina Ucraina, in pratica l’unica dopo la perdita della Crimea (le altre 2 basi minori sono su porti fluviali, a Izmail e Mikolaiv). I Russi quindi possono utilizzare liberamente il Mar Nero e il Mar d’Azov come area di manovra. Il che significa sbarchi e/o azioni di fuoco con l’impiego di missili mare-terra (3M-14 KALIBR) per attacchi in profondità e artiglieria navale per tiro contro-costa ravvicinato. Del resto ai primi di febbraio 2022 ben 7 navi da sbarco russe, una LST classe IVAN GREN e 6 LST classe ROPUCHA, sono entrate in Mar Nero, rinforzando ulteriormente la Flotta già esistente. Del gruppo faceva anche parte un battello classe KILO, armato con missili KALIBR. Attualmente la quasi totalità delle unità anfibie russe sono in Mar Nero: una IVAN GREN (su 2), 12 ROPUCHA (su 15) e 3 ALLIGATOR (su 4). Pur limitandosi ai soli reparti terrestri russi “con l’ancoretta”, dipendenti direttamente dal Comando della Flotta del Mar Nero, questi comprendono una Brigata da sbarco (810a), una Brigata meccanizzata (126a), una Brigata di forze speciali (127a), 2 Brigate di missili da difesa costiera (11a e 15a), un reggimento di artiglieria con lanciarazzi campali TORNADO-G (8°), ed un reggimento di missili antiaerei (1096°). A questi bisogna poi aggiungere gli uomini che sono imbarcati sulle navi recentemente transitate dal Bosforo. La Russia può impiegare i missili supersonici 3M55 ONYX delle batterie costiere BASTION-P anche per attacchi contro obiettivi terrestri, come fatto già in Siria, in aggiunta ai missili KALIBR, che possono essere lanciati sia dai sommergibili KILO in Mar Nero, e dalle navi di superficie nel Mar Nero (fregate classe GRIGOROVICH, corvette classe BYKOV, corvette classe BUYAN), sia dalle corvette russe operanti nel Mar Caspio. La capacità di inserire forze dal mare può consentire ai Russi di aggirare le linee difensive, creando nuove linee di penetrazione. A fronte di queste minacce l’Ucraina ha ben poche difese: mine antisbarco, che non possono però coprire interamente il lungo sviluppo costiero quasi interamente fatto di spiagge basse e accessibili; e batterie costiere del nuovo missile antinave RK-360MT NEPTUNE. Questi missili potrebbero essere le uniche risorse per rallentare un’invasione dal mare, e creare problemi alla libertà di manovra delle navi russe, anche se solo temporaneamente, sia a causa dello scarso numero di missili disponibili, sia perché, non appena individuate, verrebbero immediatamente attaccate e distrutte dalle forze russe.
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