
Dopo la cancellazione del programma per 12 nuovi sottomarini classe ATTACK (che nel 2021 ha innescato una crisi diplomatica senza precedenti tra Australia, Francia e Stati Uniti), anche i piani per sostituire le fregate degli anni ’90 tipo ANZAC con 9 HUNTER derivate dalle Type-26 inglesi è entrato in un tunnel. Le unità, selezionate nel 2018 dopo aver battuto la concorrenza di Fincantieri (che correva con una versione customizzata delle FREMM, peraltro giudicata molto favorevolmente da ammiragli e analisti australiani) e Navantia, con un contratto del valore di 45 miliardi di dollari australiani – circa 30 miliardi di euro -, sono già in ritardo rispetto sia al troppo ottimistico cronoprogramma che inizialmente ne fissava l’avvio dei lavori al 2020, sia a quello che spostava il taglio della prima lamiera nel 2022. E mentre ormai si parla di avviare la costruzione nel 2024, a causa delle difficoltà emerse nella gestione di un così complesso programma da parte dell’apparato industriale australiano (non una novità, dopo i problemi già affrontati negli anni ’80 e ’90, e più di recente coi caccia antiaerei classe HOBART), un rapporto tecnico di 36 pagine stilato a fine 2021 e in parte rivelato dalla stampa nei giorni scorsi, ha posto in luce altri nodi di non poco conto. In primis, le HUNTER sarebbero eccessivamente “ingrassate”, a causa dell’adozione del nuovo, sofisticato, tecnologicamente rischioso ma anche ingombrante radar tribanda di concezione locale CEAFAR-2, caratterizzato dalla presenza di ben 14 facce attive in banda L-S-X, e associato a un avanzato sistema AEGIS americano, integrato da numerosi altri sensori. Questa complessa configurazione, con la grande struttura tronco-piramidale posizionata dietro la plancia, avrebbe portato il dislocamento a superare le 10.000 t, contro le già notevoli 8.000 t delle Type-26: un incremento che si riverbera direttamente sulla velocità sinora stimata in 27 nodi, ma anche su consumi e autonomia, nonché sul potenziale rumore generato anche da una maggiore immersione. Non proprio un buon viatico per navi destinate in prima battuta ad affrontare la minaccia subacquea, segnatamente cinese, in continua crescita qualitativa. Ulteriori dettagli su RID 3/22.
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