
Lo scorso 6 gennaio, la Norvegia ha ufficialmente chiuso le attività di difesa aerea caccia presso la storica base aerea di Bodø, situata 80 km all’interno del Circolo Polare Artico. Tale struttura, risalente agli anni ’30, ha visto crescere la sua importanza durante la Guerra Fredda per la sua strategica posizione nei pressi del confine con l’URSS e dalle installazioni aeree e navali della Flotta del Nord sovietica situate nella Penisola di Kola (la base di Murmansk è distante circa 500 miglia) e più volte utilizzata, proprio per tale motivo, da velivoli dell’USAF e dell’US Navy. Come detto, dalla base non opereranno più i caccia F-16AM/BM - impiegati in compiti di difesa aerea e Quick Reaction Alert in ambito NATO fino alla loro recente dismissione dall’Aeronautica Norvegese - ma Bodø non verrà interamente chiusa, continuando ad operare come sede di un distaccamento del 330° Squadrone con 3 elicotteri SEA KING Mk 43B destinati ai compiti SAR nell’area settentrionale e artica. La fine di Bodø come base operativa degli F-16 della Reale Aeronautica Norvegese, è coincisa sia con la fine del servizio dei FIGHTING FALCON, sia con la prima assegnazione dei compiti di difesa aerea e di Quick Reaction Alert ai nuovi caccia multiruolo F-35A LIGHTNING II, 24 dei quali – sui 52 esemplari ordinati - sono stati già consegnati al Paese scandinavo. Gli aerei stazioneranno permanentemente presso la base di Ørland, nella zona centro-meridionale della Norvegia, sebbene siano previsti rischieramenti per i compiti di QRA di un distaccamento ad Evenes, base avanzata situata più a nord e futura sede dei pattugliatori marittimi P-8A POSEIDON in corso d’acquisizione.
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