
Lo scorso 10 dicembre il Dipartimento di Stato americano ha approvato la richiesta di acquisizione di 4 fregate MMCS alla Grecia per 6,9 miliardi di dollari, nonché quella di ammodernamento delle attuali 4 unità classe HYDRA/MEKO 200 in servizio con la Marina ellenica, ad un costo di 2,5 miliardi. Come noto, Atene è impegnata in un piano di ammodernamento della propria flotta di superficie basato su 3 filoni: l’acquisizione di 4 nuove fregate, l’aggiornamento delle 4 fregate leggere classe HYDRA e il procurement di 2 unità usate e già disponibili necessarie al mantenimento di una capacità operativa provvisoria nel periodo di tempo che si colloca tra l’acquisizione delle nuove fregate e le sessioni in cantiere necessarie all’upgrade delle MEKO. Tutti i filoni prevedono, teoricamente, il coinvolgimento diretto dell’industria cantieristica greca, prediligendo il procurement delle nuove unità e di quelle provvisorie da un unico paese.
Per quanto la suddetta approvazione si colleghi ad una richiesta risalente al novembre del 2020, quando la Marina ellenica era ancora impegnata nel processo di valutazione e selezione di navi che rispondessero ai suoi requisiti, si tratta di elemento importante. Vero è che, come noto, lo scorso settembre Atene aveva ufficialmente annunciato l’accordo con la Francia per l’acquisto di 3+1 fregate FDI/BELHARRA per circa 3 miliardi di euro, dopo un’accesa gara che ha coinvolto i principali cantieri europei e americani, tra cui Lockheed Martin che offriva la fregata multiruolo MMSC derivata dalle LCS classe FREEDOM. Ciò indurrebbe a pensare che l’approvazione della potenziale vendita delle MMCS alla Grecia da parte del Dipartimento di Stato rappresenti una pura formalizzazione di una richiesta evasa rispettando le tempistiche burocratiche necessarie. Ciononostante, appare strano che, di fronte ad un contratto teoricamente chiuso e blindato con la Francia, gli USA abbiano portato avanti l’iter d’approvazione che ora prevede il beneplacito del Congresso. Lo scenario più logico/verosimile che potrebbe spiegare tale situazione ricondurrebbe al desiderio statunitense di lasciarsi aperta una finestra d’opportunità per l’eventuale vendita delle MMSC alla Grecia in tempi più dilatati, e/o garantirsi la possibilità di fornire parte dei servizi richiesti dalla Marina ellenica (nello specifico, aggiornamento delle HYDRA e fornitura di unità provvisorie in dismissione dalla US Navy, quali fregate classe BURKE, o LCS). È altresì possibile, tuttavia, che Washington veda un’opportunità più immediata, magari alimentata dal fatto che la firma ufficiale sul contratto tra Parigi e Atene per le FDI, ad oggi, ancora non c’è. Peraltro, i requisiti sopra menzionati relativi al fornitore singolo e al coinvolgimento dell’industria greca, renderebbero l’offerta americana decisamente più adatta ai requisiti greci, rispetto a quella francese. Al contrario, appare difficile una sorta di ripetizione di quanto avvenuto per il programma di sommergibili australiani, tenuto conto che una nuova estromissione francese avrebbe conseguenze devastanti nel rapporto tra la Casa Bianca e l’Eliseo.