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Il Segretario per l’Esercito Americano, Christine Wormuth, ha annunciato durante un intervento al Centro di Studi Strategici ed Internazionali quelli che saranno i 5 compiti principali assegnati allo US Army in un possibile conflitto nell’area dell’Indo-Pacifico, sottolineando quanto questi non provocheranno cambiamenti nell’attuale dispositivo permanente delle forze in tale area del mondo. Il primo compito sarà quello di mettere in sicurezza e costruire le basi joint, cosi come le staging areas, per le forze aeree e navali, inclusivo del contributo alla difesa aerea e missilistica integrata e le relative Quick Reaction Forces (QRF). Il secondo compito invece vede l’Esercito Americano stabilire l’importante struttura della rete di comunicazioni sicure nell’area oltre a quella di natura logistica distribuita, necessaria al sostentamento dell’intero strumento joint statunitense. Quest’ultimo compito include il delicato compito dell’accumulo e distribuzione delle munizioni e dei sistemi d’arma cosi come la gestione dei punti di riarmo e rifornimento. Il terzo compito prevede l’offerta di un Quartier-generale, con relativo staff, rischierabile per ogni livello, in grado di sincronizzare, sostenere e condurre operazioni nel delicato teatro. Il quarto compito è quello di dotare i vertici militari statunitensi di una capacità missilistica sup-sup, ipersonica, a medio e lungo raggio, in grado di effettuare anche attacchi di precisione e contribuire quindi alla difesa delle linee di comunicazione, sopprimere le difese aeree avversarie e condurre fuoco di controbatteria anche contro bersagli mobili. Tale capacità verrà rischierata a partire dal 2023, iniziando con installazioni in territorio nazionale, per poi passare anche ai territori degli alleati più fedeli, con cui sono già state avviate trattative in merito. Il quinto e ultimo compito più importante assegnato allo US Army è quello standard: fornire forze terrestri ed aeree in grado di schierarsi a protezione o per la riconquista dei territori dei propri alleati e partners. La chiara definizione di tali compiti pone l’Esercito americano allo stesso livello delle altre Forze Armate, minando la convinzione di alcuni che lo relegavano a un ruolo secondario nel delicato scacchiere dell’Indo-Pacifico. Ai riportati compiti principali si aggiungono i due secondari, relativi alla protezione delle installazioni da parte della minaccia cyber e il supporto durante disastri naturali. Il centro di gravità della nuova strategia dello US Army nell’Indo-Pacifico, riportato chiaramente nel 2021 Global Posture Review, è, e sarà, la necessità di consolidare gli ottimi rapporti che l’Esercito mantiene con i propri corrispettivi nei Paesi dell’area, con un capability building orientato non solo al personale, ma anche al miglioramento delle installazioni militari presenti o in corso di sviluppo.
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