
Alla luce delle innovazioni delle armi ipersoniche e della prospettiva, sempre più realistica, il superamento del modello uomo-centrico delinea una compressione sempre più spinta dei tempi disponibili del decisore politico e militare. Tale modello fa emergere numerosi interrogativi in questa parte dell’Occidente sul presente e il futuro delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale (AI), trattando aspetti che investono direttamente la Difesa e la Sicurezza. Infatti, stiamo assistendo a un passaggio oltremodo critico che esaspera ulteriormente l’attuale fase evolutiva, caratterizzata dal passaggio dalle macchine automatiche a quelle autonome. Ovviamente, una macchina rimane, per definizione, uno strumento che è stato progettato e costruito dall’essere umano anche nel caso del machine learning, poiché persino un apparato autoapprendente, che trae cioè le proprie «regole» dal diuturno apprendimento, solitamente non viene programmato in funzione di una realtà eccessivamente complessa. Esso, infatti, si limita a effettuare calcoli statistici sulla base di funzioni algebriche, mantenendo la sua competenza in uno specifico dominio senza possedere una cognizione del contesto. oggetto Dunque, una macchina, per quanto evoluta possa essere, non si porrà dei fini, semmai svolgerà delle funzioni. Tuttavia, ciò non significa che il problema della sua affidabilità si possa trattare facilmente, in quanto sussistono tutta una serie di elementi, dal controllo dei dati alla sicurezza del cloud e così via, che mantengono elevati i rischi. Da tutto questo ne deriva che l’elemento cardine del futuro sarà il dualismo nel rapporto uomo-intelligenza artificiale, che vedrà l’essere umano interagire con macchine dotate di livelli di «intelligenza» sempre più elevati e di un grado di «autonomia» (reasoning) che le porranno in condizione di espletare servizi sempre più performanti. Ma, fino a che punto ci si potrà fidare dei risultati ottenuti da esse in un processo di analisi? Se l’intelligenza artificiale consentirà di ottenere migliori risultati nei termini della razionalità e della rapidità rispetto a quelli conseguiti dall’essere umano, allora probabilmente quest’ultimo permarrà il dominus per quanto concernerà le decisioni su quante e quali funzioni delegare alle macchine . Questi temi sono stati affrontati nel corso del convegno organizzato da innov@difesa, evento che ha avuto luogo il 29 e il 30 novembre scorsi a Roma presso il Centro Alti Studi per la Difesa (CASD); appunto l’impatto dell’Intelligenza artificiale (AI) sul cambiamento delle organizzazioni con una prospettiva al 2040. Il terzo workshop, conclusivo di un trittico di analisi e approfondimenti - i precedenti erano stati focalizzati sulle implicazioni etiche, legali e psicologiche (aprile 2021) e sulle esigenze formative, competenze digitali ed e-leadership (luglio 2021) – si è articolato in 2 giornate di lavoro. Nel corso della prima, in 2 diversi panel, si è trattato dei cambiamenti organizzativi (che investono la gestione dei dati e gli adeguamenti dell’organizzazione) e della velocità dei processi decisionali, con le connesse opportunità e le sfide derivanti dall’evoluzione della competizione (Hyperwar). Ai seguenti quesiti si è cercato di fornire una risposta: come il potere digitale trasformerà le relazioni internazionali? L’intelligenza artificiale rappresenterà la principale frontiera della competizione? L’intelligenza artificiale rivoluzionerà le convinzioni sui temi di Sicurezza e Difesa? Quali sono i potenziali impatti sugli interessi nazionali? Al termine della prima giornata del workshop è stata svolta un’attività interattiva che ha visto la partecipazione della totalità dei convenuti, in seguito sono stati aperti dei tavoli di discussione. Nel corso della mattinata del 30 novembre, invece, alla presenza dei vertici della Difesa e delle Forze Armate italiane sono state tratte le conclusioni attraverso gli studi e la convergenza delle risultanze delle attività svolte in precedenza, unitamente agli esiti del ciclo annuale di approfondimento, con la conseguente analisi dei rapporti che queste dinamiche per la Difesa implicano. innov@difesa, dipendente dall’Ufficio Generale Innovazione della Difesa (UGID), è il network che raccoglie le esperienze maturate in vari settori della società in un’ottica di sistema attraverso un approccio olistico. Questo avviene in conseguenza della complessità di quelle che sono oggi le operazioni multidominio. Tali operazioni, di natura multidisciplinare, necessitano dell’apporto del mondo accademico, industriale e della ricerca.
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