
Il Carrier Strike Group 8 della portaerei americana Harry S. TRUMAN (CVN 75) ha lasciato Norfolk per iniziare, come pianificato, il suo dispiegamento a supporto degli interessi USA nel globo. Il suo comando è affidato al Contrammiraglio Curt Renshaw che avrà ai suoi ordini, oltre alla portaerei: 9 squadroni di velivoli imbarcati del Carrier Air Wing 1 (CVW 1), l’incrociatore classe TICONDEROGA USS SAN JACINTO e il Destroyer Squadron 28 (composto dall’USS COLE, l’USS BAINBRIDGE, l’USS GRAVERLY e l’USS JASON DUNHAM); per un numero totale di marinai superiore alle 6.000 unità. A tale cospicuo gruppo navale si è aggiunta, sin dalla fase di preparazione e addestramento, la HNoMS FRIDTJOF HANSEN, fregata dell’omonima classe della Marina Reale Norvegese. Come previsto dal Cooperative Deployment Program firmato tra i 2 Paesi, la F.H. dovrebbe seguire il CSG 8 per il suo intero dispiegamento in mare. Non comunicato ufficialmente dai vertici americani, al momento, l’itinerario che seguirà il gruppo aeronavale della TRUMAN, ma si ipotizza che il Nord-Atlantico e “il Mediterraneo Allargato” saranno le più probabili aree di operazione; non si ritiene però da scartare l’ipotesi di una possibile azione di “fleet in being” o addirittura di “gunboat diplomacy” al largo delle coste dell’Africa occidentale. Quest’ultima potrebbe rappresentare una mossa tesa ad ostacolare le manovre diplomatiche cinesi, particolarmente attive nell’ultimo periodo, che hanno l’obiettivo di identificare una possibile località dove stabilire una base navale permanente in Atlantico, con Guinea e Nigeria al momento in pole position. Il rischieramento inizia al termine di una lunga manutenzione che ha interessato tutte le unità navali partecipanti, ed in particolare la TRUMAN (10 mesi), e una serie di esercitazioni culminate con la Composite Training Unit Exercise (COMPUTEX) che ha certificato l’intero gruppo, e il suo staff, “combat ready” per lo svolgimento di operazioni marittime joint e combined integrate. Nel suo ultimo rischieramento del 2019, la TRUMAN rientrò in Patria prematuramente a causa dello scoppio della pandemia del COVID-19, per questo rischieramento il Contrammiraglio Renshaw ha assicurato che, date le lezioni apprese nel 2019, sono molte le misure prese per ridurre il possibile impatto del virus sull’equipaggio, ad iniziare dal numero dei vaccinati, con una percentuale molto prossima al 100%.
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