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L’US Navy ha reso noti i dettagli relativi ai primi 5 anni del suo ventennale programma di miglioramento della cantieristica navale (Shipyard Infrastructure Optimization Program – SIOP), confermando di aver avviato i primi passi verso gli obiettivi stabiliti. La reazione del Congresso americano non è stata però quella auspicata, con notevoli critiche verso la Marina e il suo Dipartimento, per voce del deputato repubblicano californiano John Garamendi, appartenente al Readiness Panel del House Armed Services Commitee. Nel sottolineare quanto i cantieri e le basi navali siano un’esigenza strategica per garantire la readiness della flotta e delle Forze Armate, il deputato Garamendi, utilizzando piú volte la famosa frase cinematografica “show me the money”, ha attaccato l’US Navy rea di non dare la necessaria priorità e non spendere correttamente i fondi per tale importante esigenza. Per quest’ultima, la Marina statunitense ha, infatti, chiesto per l’anno finanziario 2022 (FY22) 830 milioni di dollari, per poi aggiungerne in un’altra opzione 250, per il primo progetto di bacino di carenaggio previsto dal SIOP, tuttavia giudicato non prioritario dalla Marina. Garamendi, quindi, ha definito questa suddivisione dei fondi, come un “gioco di risorse” al fine di ricevere più soldi dai legislatori. Cifre dunque sottostimate, considerato che il piano ventennale presentato vanta un’assegnazione totale pari a 25 miliardi di dollari, di cui: 8 miliardi per riparare gli ormai vetusti bacini (gli USA non hanno costruito bacini di carenaggio negli ultimi 70 anni), 3 miliardi per nuovi strumenti di lavoro e 14 miliardi per le infrastrutture. Il deputato Joe Courtney, appartenente al medesimo panel, per confermare l’urgenza e la gravità della situazione, ha utilizzato come esempio quanto accaduto al sottomarino nucleare CONNECTICUT, classe SEAWOLF. Quest’ultimo, dal verificarsi dello spiacevole evento del 2 di ottobre (collisione con un oggetto sommerso non ben identificato), è rimasto non operativo e ancorato nel porto di Guam in attesa di ricevere il supporto di un tender sottomarino, in quanto il piú vicino bacino disponibile è situato alle Hawaii. La replica dell’US Navy non si è fatta attendere; pur confermando la criticità del settore, con un età media dei propri cantieri navali, e delle relative infrastrutture, di circa 61 anni (con un età media dei bacini prossima al secolo), ha precisato che il programma SIOP è stato approvato con 3 obiettivi principali: modernizzare le infrastrutture e gli equipaggiamenti esistenti, migliorare le installazioni per supportare le nuove e piú grandi piattaforme navali (come gli SSBN COLUMBIA e le CV FORD) e, infine ottimizzare i processi di riparazione delle piattaforme in servizio. Jay Stefany, il Capo Ufficio responsabile delle acquisizioni per il Dipartimento della Marina, rispondendo al Congresso, ha invece sottolineato quanto l’US Navy stia applicando aggressivamente le lezioni apprese negli ultimi progetti, ottimizzando i processi di organizzazione, acquisizione, design, stima dei costi, e ridisegnando le relative tempistiche.