RIVISTA ITALIANA DIFESA
Su-35 russi al confine con la Turchia? Le grandi manovre di Mosca 04/11/2021 | Andrea Mottola

La scorsa settimana almeno un caccia da superiorità aerea Su-35S FLANKER russo era presente presso l’aeroporto di Qamishli, nella Siria nordorientale. Si tratta del primo rischieramento conosciuto di velivoli russi su tale aeroporto, situato in un’area strategica nei pressi del confine con la Turchia e non lontano dalle forze americane ancora presenti in Siria. È possibile che la presenza del Su-35 – anche se alcune fonti segnalano un numero maggiore di FLANKER, tra 2 e 5, più cacciabombardieri Su-34, elicotteri Mi-8 e Ka-52 e Mig-29 siriani - indichi la volontà di Mosca di consolidare la propria presenza sul territorio siriano anche in tale zona, con un rischieramento semi-permanente di velivoli per l’esecuzione di operazioni di ricognizione ed attacco in un momento in cui si assiste ad un aumento dei raid aerei russi contro le milizie filo turche e le milizie qaediste situate nella parte settentrionale del Paese (a nord di Idlib e nelle aree a ridosso del confine tra Siria e Turchia). Peraltro, dal 2016, la Russia ha più volte utilizzato Qamishli, in modo più o meno regolare, per effettuare operazioni con elicotteri in supporto alle forze terrestri, nonché come base avanzata per i frequenti voli di rifornimenti dei velivoli da trasporto Il-76 che, da ottobre 2019, in seguito al ritiro delle forze americane e dei loro partner curdo-siriani dall’area – forze ridisclocate in altre basi della Siria nordorientale, tra Malikiyah e l’autostrada M4, 70/80 km ad est dell’aeroporto - supportano i regolari pattugliamenti delle forze russe intorno a Qamishli. Tuttavia, tenuto conto che il numero di Su-35 è ancora dubbio, così come la presenza stessa degli altri velivoli menzionati, è maggiormente verosimile ritenere che la presenza degli aerei, magari di un unico FLANKER, sia dovuta ad una situazione puramente contingente, come una breve sosta dopo una missione di scorta (le foto mostrano un Su-35 armato con missili aria-aria R-73, R-77 e pod ECM L175M KHIBINY-M), oppure a causa di un guasto o, ancora, effettuata per rifornirsi. Discorso diverso in caso di conferma della presenza di un numero maggiore di FLANKER e delle diverse tipologie dei suddetti aerei ed elicotteri, elementi che lascerebbero pensare ad un’esercitazione. Va evidenziato, inoltre, che la presenza permanente di aerei da combattimento russi nel quadrante nordorientale siriano, rappresenterebbe una novità potenzialmente rischiosa, tenuto conto degli accordi di “deconfliction” tra Russia e Stati Uniti che prevedevano una sorta di “divieto” di rischieramento per i velivoli russi in tale zona. Ciò detto, lo spostamento di tali aerei potrebbe rappresentare anche un messaggio di Putin ad Erdogan che ha dichiarato l’imminente avvio di una nuova offensiva turca contro le SDF curde, presenti in larga parte intorno a Kobane, ma anche nei governatorati nordorientali di Raqqa e Hasakah; in quest’ultimo ricade proprio Qamishli.


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