
Nel giro di meno di 2 anni, tra il gennaio 2011 e l’ottobre 2012, in Cina hanno volato 2 diversi nuovi aerei da combattimento considerati della cosiddetta 5ª Generazione. Le 2 aziende che hanno lanciato questi sviluppi sono entrambe parte del complesso statale denominato AVIC, Aviation Industry Corporation of China, che raggruppa tutte le aziende aeronautiche cinesi, anche se viene lasciata una certa indipendenza e concorrenza tra le stesse. Per esempio, la Chengdu produce il J-10 e il J-20, oltre al JF-17 in collaborazione con il Pakistan, mentre la Shenyang è incaricata della produzione dei vari modelli di Sukhoi. Oggi, ad anni ormai dal via al loro sviluppo, ci sembra opportuno, pur con le sempre limitatissime e poco affidabili informazioni disponibili sugli armamenti cinesi, tornare ad esaminare questi fondamentali programmi in termini sia industriali sia di impatto sulle capacità militari della Cina (RID 12/2013). Il Chengdu J-20. Il caccia Chengdu Aerospace Corporation (CAC) J-20 WEILONG (POTENTE DRAGONE) - da qualcuno designato J-20A perché sembra che sia già in produzione dal 2020, o prossima a essere lanciata una versione J-20B migliorata - ha costituito una grandissima sorpresa per lo scettico mondo tecnico e militare occidentale circa le capacità cinesi nel settore. Il primo dimostratore infatti volò per la prima volta l’11 gennaio 2011, mentre un secondo ha volato a maggio del 2012. Ma in effetti già dal 1997 circolavano voci dell’esistenza di un programma J-XX su cui lavoravano in competizione la Chengdu e la Shenyang Aircraft Corporation (SAC). Fu subito evidente che si trattava di un aereo della cosiddetta 5a Generazione (4a nella terminologia cinese), in pratica solo il terzo del genere al mondo dopo l’F-22 e l’F-35 americani, caratterizzato dunque da bassa osservabilità, in particolare nello spettro elettromagnetico, ovvero bassa rilevabilità ai radar, da un sistema sensoriale e avionico di alto livello per consentire la piena capacità di gestire lo scenario tattico. Non meno notevole è stata la doverosa, obiettiva constatazione che, malgrado la costante quanto inutile ricerca di somiglianze o copiature da modelli occidentali, l’aereo appariva nel complesso originale – a parte le diverse soluzioni ormai consolidate in tutti i progetti di 5a Generazione – e, a un’analisi accurata, costituire la risposta ai presumibili requisiti operativi peculiari emessi dall’Aeronautica Cinese.
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