RIVISTA ITALIANA DIFESA
Una nuova arma ipersonica per la Cina? 19/10/2021 | Andrea Mottola

Secondo quanto emerge da alcune fonti della stampa generalista – smentite ufficialmente da Pechino - la Cina avrebbe testato una nuova arma ipersonica basata su veicolo planante (HGV) in grado di raggiungere lo spazio e, successivamente, di seguire una rotta semi-orbitale intorno al globo, prima di effettuare la planata terminale verso il bersaglio. Il primo volo di prova dovrebbe essere stato effettuato lo scorso agosto, con l’HGV trasportato da un razzo spaziale Long March 2C prima di distaccarsi e dirigersi verso il bersaglio che, pare, sia stato mancato di una trentina di chilometri. Tale elemento indicherebbe una maturità ancora lontana del programma HGV cinese, fermo restando che, una volta messo a punto, rappresenterebbe un sistema d’arma di notevole valenza strategica. Per caratteristiche prestazionali e strutturali, che gli consentono di dirigersi sul proprio obiettivo a velocità ipersoniche con elevate capacità manovranti anche durante la fase di rientro e seguendo una traiettoria non balistica tradizionale, un simile ordigno, di fatto, risulta estremamente difficile da contrastare - sia in termini di rilevamento che di intercettazione - essendo totalmente imprevedibile la sua direzione, provenienza e tempi d’impatto. Nel caso di missili balistici intercontinentali tradizionali o dei cosiddetti sistemi FOB (Fractional Orbital Bombardment) è possibile – seppur con difficoltà - effettuare proiezioni sulla traiettoria balistica e calcolare i possibili vettori d’intercetto, riuscendo a tracciare il missile durante la fase di navigazione suborbitale (la cosiddetta fase mid-course). Nel caso di un HGV tali stime risultano impossibili trattandosi, come detto, di un ordigno ipersonico manovrante che segue un’imprevedibile traiettoria planante e non di tipo balistico. Altro elemento che contribuisce a rendere estremamente complesso il contrasto di tale tipologia di ordigni è la loro capacità di poter seguire rotte suborbitali ubicate anche sull’area polare antartica, lontano dall’apparato difensivo statunitense contro eventuali minacce balistiche, concentrato sulle rotte artiche. Tale apparato, peraltro, risulta basato su capacità di intercettazione cinetica eso-atmosferica di missili balistici che seguono profili di volo tradizionali, con traiettoria parabolica e fasi di volo di cui generalmente si conoscono i rispettivi range. Al momento, una reale difesa contro sistemi HGV è inesistente. Esistono alcuni progetti elaborati ancora in fase di studio – sistemi di early warning spaziali per il rilevamento e tracciamento di missili balistici/ipersonici nella fase mid-course, come quello previsto dal segmento Midcourse Tracking Sensor del programma statunitense Next-Generation OPIR (Overhead Persistent Infrared) - la cui efficacia, tuttavia, dipenderà dalla velocità di tali ordigni, dalle loro capacità manovranti, nonché dai numeri degli stessi e dalla disponibilità di sistemi sensoristici che possano agevolare la generazione di una soluzione d’ingaggio. Al netto di tali considerazioni, l’eventuale disponibilità di un armamento simile dimostrerebbe una capacità di sviluppo di sistemi d’arma “non tradizionali” da parte cinese, fondamentalmente sconosciuta finora.


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