
Lo US Naval Forces Central Command (NAVCENT) ha annunciato la creazione di una nuova unitá operativa, la Task Force 59, inserita alle dipendenze e nell’area di responsabilitá, il Medioriente, della Quinta Flotta Americana. La novità significativa che rende la TF-59 unica nel suo genere è il fatto di essere composta per la sua totalità da sistemi e piattaforme unmanned, collegate ad un elevato impiego di Intellingenza Artificiale (AI). Tali piattaforme aggirano sotto il comando del Capitano di Vascello (Captain) Michael Brasseur, e aiuteranno la Quinta Flotta nel monitorare e agire in una delle aree più calde del pianeta, ovvero lungo la linea di comunicazione marittima (SLOC) che dal Golfo Persico, attraversando il sensibile Stretto di Hormuz, si dirama nel resto del mondo; una SLOC che è responsabile del trasporto del 35% dell’intero fabbisogno petrolifero del mondo. Nel dettaglio, la TF-59 comprenderà: i RUAS MQ-8B FIRE SCOUT, MQ-9B SEA GUARDIAN, la versione marittima del REAPER, e le piattaforme navali unmanned SEA HUNTER e SEAHAWK. La missione generale della task force è quella di fornire un’accurata situational awareness dell’area del Golfo Persico e delle aree di mare circostanti, con una particolare attenzione alla minaccia tridimensionale iraniana nei confronti non solo delle forze a stelle e strisce ma anche di tutto il traffico commerciale transitante nell’area, aereo e navale. Non pochi i vantaggi nell’utilizzare una task force di questo tipo al di là delle sue capacità operative: il risparmio nell’impiegare piattaforme generalmente meno costose rispetto a quelle dotate di un proprio equipaggio, non solo in termini di acquisto ma anche di manutenzione, di consumi e, molto “di moda” in questo periodo storico, anche in termini di emissioni ambientali. Ma il vero risparmio si registra su quello che è forse l’aspetto piú costoso di ogni piattaforma, l’equipaggio. Vista la sua peculiare composizione, la TF-59 agirà, oltre che da unità sperimentale per il test del suo Commando e Controllo (C2) e di nuove piattaforme sperimentali, anche da elemento di capability building, e “di vetrina”, a favore dei Paesi partner degli Stati Uniti nell’area: Arabia Saudita, Bahrain, UAE e Qatar.