RIVISTA ITALIANA DIFESA
L’Australia chiude la cooperazione con la Francia per i sottomarini e punta al nucleare 16/09/2021 | Pietro Batacchi Giuliano Da Fre'

Un disastro annunciato, ampiamente previsto su queste colonne. L'Australia ha ufficialmente chiuso la cooperazione con la Francia per l’acquisto di 12 nuovi sottomarini convenzionali derivati dagli SSN nucleari BARRACUDA/SUFFREN. Giunge così al termine la più ambiziosa operazione di procurement della difesa australiana (peraltro impegnata anche su altri fronti costosi, dalle nuove fregate agli F-35) che prevedeva nell’arco di 3 decenni di raddoppiare la flotta subacquea della RAN. Adesso Canberra dovrà pure pagare miliardi di dollari di penali. Il programma presentava sin dall’inizio problemi di ogni tipo: l’acquisto di un battello sulla carta derivato da un design di un sottomarino nucleare francese in sviluppo, la scelta di un CMS americano abbinata all’integrazione di un'azienda australiano-americana, gli enormi limiti di manpower della cantieristica locale – priva delle risorse tecniche, ingegneristiche e industriali per gestire programmi così complessi – e, non ultima, le difficoltà di relazione tra la componente locale e quella francese. Insomma, le premesse per il disastro c’erano tutte – già i più modesti COLLINS erano stati un bagno di sangue – e questo è quanto puntualmente si è verificato. Lo stesso programma per le fregate Type 26 si sta dibattendo in problemi analoghi, con ritardi ed incremento di costi. Ma la perseveranza di Canberra non ha limiti e, contestualmente alla chiusura con Parigi e Naval Group, è stata annunciata l’intenzione di dotarsi di “almeno” 8 sottomarini d’attacco a propulsione nucleare (SSN) nell’ambito di una nuova cooperazione strategica con USA e UK, denominata AUKUS. Il primo passo in questa direzione è il lancio di un'iniziativa per la valutazione della fattibilità del progetto, della durata prevista in un anno e mezzo. Il Primo Ministro australiano, Scott Morrison, ha già annunciato che questi nuovi SSN, che saranno equipaggiati solo con armamento convenzionale, saranno realizzati nel cantiere di Adelaide. Con queste premesse si annunciano nuovi disastri e tempistiche bibliche. Ad oggi, l’Australia è completamente priva di un'infrastruttura industriale per la realizzazione e gestione di sottomarini a propulsione nucleare. Questa andrebbe realizzata ex novo con decine e decine di miliardi di dollari di investimenti e l’importazione in Australia di risorse tecniche ed ingegneristiche di cui il Paese scarseggia. Ricordiamo, infatti, che l’Australia è un Continente di soli 25 milioni di abitanti. Canberra dovrebbe dunque commisurare un po' meglio le sue ambizioni alla sua reale dimensione umana e industriale, ed imbarcarsi in programmi fattibili, “accontentandosi”di colmare eventuali gap con acquisizioni off-the-shelf mirate.


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