RIVISTA ITALIANA DIFESA
Colpo di Stato in Guinea, tra interessi cinesi e narcotraffico 07/09/2021 | Marco Di Liddo

Nelle prime ore del 5 settembre, unità delle Forze Armate della Guinea-Conakry, con in testa le Forze Speciali, hanno assaltato il palazzo presidenziale e posto agli arresti il Capo dello Stato Alpha Condè, al potere dal 2010. Soltanto lo scorso ottobre, il Presidente aveva ottenuto il suo terzo mandato consecutivo dopo una tornata elettorale molto contestata dalle opposizioni e caratterizzata da irregolarità ed intimidazioni ai danni di giornalisti, attivisti civili ed avversari del primo cittadino guineano. Infatti, per settimane le strade della capitale Conakry sono state invase da manifestanti inferociti e soltanto una brutale campagna di repressione aveva riportato l’ordine nel Paese. Nonostante il momentaneo successo di ottobre, il Presidente ed il suo establishment di potere non sono riusciti a neutralizzare le cause del dissenso ed a eliminare dalla scena politica e militare i leader delle forze antigovernative. In tal senso, il colpo di grazia al regime di Condè, caratterizzato da corruzione, nepotismo e continue e consistenti violazioni dei diritti umani, è arrivato dall’establishment militare e, in particolare, dalla figura del comandante delle Forze Speciali ed ex membro della Legione Straniera francese, Mamady Doumbouya. Apparentemente, prima dell’arresto del Capo dello Stato si sono verificati scontri tra i golpisti ed alcune migliaia di truppe lealiste che però hanno presto abbandonato il campo di battaglia a causa della superiorità numerica dei ribelli e dell’ampio supporto popolare nei loro confronti. Una volta insediatosi al vertice dello Stato, il Colonnello Mamady Doumbouya ha dichiarato abrogata la costituzione, ha imposto la legge marziale ed ha istituito un’autorità politica ad interim, il Comitato Nazionale per lo Sviluppo e la Riconciliazione (CNSR), avente lo scopo di guidare il Paese alla transizione democratica. Nonostante il CNSR abbia dichiarato di essere in controllo della Guinea, non è da escludere che i fedelissimi di Condè abbiano iniziato ad organizzare un movimento di resistenza nelle aree rurali. Infatti, la gestione del potere politico nel Paese rappresenta la condizione irrinunciabile per accedere alle sue vaste risorse economiche sia legali (giacimenti di bauxite) che illegali (traffico di cocaina lungo l’asse America Latina – Africa Occidentale). In questo contesto, proprio il ruolo delle imprese straniere impegnate nello sfruttamento delle miniere (soprattutto cinesi) e dei signori del narcotraffico potrebbe risultare decisivo per la stabilizzazione del Paese. Infatti, qualora il CNSR riuscisse a garantire la continuità nelle attività estrattive e nel transito di stupefacenti, tanto i partner economici occidentali quanto le reti criminali potrebbero supportare lo sforzo di normalizzazione intrapreso dal Colonnello Doumbouya.


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