RIVISTA ITALIANA DIFESA
Lo zampino del Pakistan nella caduta del Panshir 07/09/2021 | Andrea Mottola

Nelle ultime 48 ci sono stati sviluppi importanti riguardanti la situazione nella valle del Panshir. Secondo diverse fonti, i talebani hanno conquistato gran parte della vallata, in particolare la zona intorno a Bazarak costringendo le forze dell’ex Alleanza del Nord - guidata da Ahmad Massoud “Jr.”, figlio del defunto leader Ahmad Shah Massoud - a ritirarsi sulle montagne. In pratica, la valle è caduta nelle mani dei Talebani dopo che lo stesso Massud aveva rifiutato un “posto” nel governo a guida Baradar in costituzione a Kabul. La caduta del Panshir è dovuta al fatto che la valle era stata completamente isolata dall’esterno e che buona parte dell’ex Alleanza del Nord aveva raggiunto delle intese locali con gli stessi Talebani, ma anche al supporto che il Pakistan ha fornito all’avanzata degli Studenti Coranici. Supporto che ha riguardato non soltanto la fornitura di intelligence e di advisoring operativo in favore delle milizie talebane, ma anche il dispiegamento nell’area di team di forze speciali e dell’ISI – il servizio segreto pachistano - e velivoli, in particolare UAV impiegati tanto per compiti di sorveglianza e ricognizione, tanto per missioni d’attacco. A tal proposito, si tratterebbe di una coppia di UAV armati CH-4 di fabbricazione cinese, 5 dei quali acquistati lo scorso dicembre e ricevuti tra gennaio e febbraio quando sono stati rischierati presso la base di Bahawalpur. I CH-4 sarebbero stati impiegati direttamente nelle operazioni che hanno causato la morte di importanti esponenti dell’ex Alleanza del Nord, tra cui il portavoce della Resistenza Fahim Dashti e 3 ufficiali dell’ormai smembrato Esercito nazionale afghano, incluso il Generale Abdul Wudod Zara, nipote di Massoud padre.


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