
Quella dei veicoli terrestri non pilotati - con compiti che vanno oltre l’EOD/counter-IED per abbracciare ruoli logistici, combat, ISTAR, ecc. - è una delle nuove frontiere delle operazioni militari. Abbiamo visto i successi che l’azienda estone Milrem sta ottenendo in questo campo e non è un caso che un colosso come KMW ne abbia acquistato una partecipazione del 25%. Anche in Italia, però, le cose si stanno muovendo in questo settore. Una delle opzioni, di cui con queste poche righe ci facciamo promotori, potrebbe essere quella di remotizzare gli IFV DARDO per renderli UGV a tutti gli effetti. Il DARDO fu acquisito ai tempi in 200 esemplari, peraltro nella sola versione IFV con mitragliera da 25 mm, ma oggi gli esemplari realmente operativi sono molti meno. Il veicolo è inoltre piccolo, può trasportare una squadra di soli 6 uomini, ha scarsi margini di crescita e l’EI ha deciso di non ammodernarlo concentrandosi invece sull'acquisizione di un nuovo mezzo con il programma AICS (Armdored Infantry Combat Vehicle). Per questo, a nostro avviso, si potrebbe recuperare una parte dei DARDO e renderli non pilotati/autonomi come veicoli "follower" per lo svolgimento di compiti logistici, ISTAR o, ancora, per compiti di supporto di fuoco mediante l'installazione a bordo di “semplici” lanciatori per loitering munitions. Iveco DV e il CIO stanno guardando con interesse agli UGV e starebbero facendo un pensiero, tra gli altri, anche ad un DARDO unmanned. Ulteriori dettagli sui prossimi numeri di RID.