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Qatar: accordo per il rischieramento dei propri aerei in Turchia 01/07/2021 | Andrea Mottola

In attesa della ratifica del Parlamento turco, i Capi di Stato Maggiore di Qatar e Turchia hanno siglato un accordo in base al quale è previsto il rischieramento permanente di velivoli della QEAF (Qatar Emiri Air Force) presso alcune basi turche per un periodo di 5 anni. Nello specifico, si parla di 250 uomini – tra personale di volo e tecnici – e di 36 tra caccia (12 RAFALE DQ/EQ, 9 MIRAGE 2000-5DDA/EDA), aerei da trasporto (4 C-17 e 4 C-130J-30) ed elicotteri (7 AW139) basati principalmente a Konya per effettuare attività addestrative ed operazioni congiunte con l’Aeronautica turca. Come detto, l’accordo è di durata quinquennale, ma alla scadenza verrà automaticamente prorogato di un anno, a meno di obiezioni da parte di una delle 2 parti.

Per la Turchia, la presenza dei caccia qatarini MIRAGE 2000 e RAFALE sul proprio territorio, consentirà ai propri piloti di studiare da vicino e, probabilmente, in prima persona le capacità e le prestazioni di velivoli in dotazione anche allo storico avversario greco. Inoltre, è molto probabile che i velivoli da trasporto C-17 della QEAF vengano utilizzati per la regolare movimentazione di equipaggiamenti, materiali e mezzi turchi verso Azerbaijan, Somalia e, soprattutto, Libia. Vero è che, particolarmente nel caso libico, si tratterebbe di continuare a seguire un copione già abbondantemente seguito nei mesi scorsi, con diversi voli “sospetti” di C-17 qatarini partiti dalla Turchia ed atterrati in Libia. In tal caso, l’unica differenza sarebbe rappresentata dalla possibilità di utilizzare il suddetto accordo come “giustificazione” contro eventuali rimostranze internazionali.

Per il Qatar, il rischieramento turco rappresenta un ottimo banco di prova per testare le proprie capacità logistiche e di supporto ad un contingente aereo situato per un lungo periodo di tempo al di fuori del proprio territorio. Inoltre, in Turchia l’inesperto personale di volo e tecnico della QEAF potrà proseguire più facilmente il percorso addestrativo già avviato da alcuni mesi con le controparti turche presso il CJFC (Combined Joint Force Command) turco-qatarino costituito a Doha nel 2015 e che dal 2017 ospita circa 3.000 militari turchi.


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