
Lo scorso 25 giugno, la Russia ha inviato una coppia di MiG-31K FOXHOUND presso la propria base di Khmeimim/Jableh. Si tratta del primo rischieramento siriano dei MiG-31 aggiornati alla variante “K” che ha trasformato gli intercettori in vettori del missile ipersonico aeroportato Kh-47M2 KINZHAL (derivato dal missile balistico sup-sup ISKANDER), anch’esso al primo dispiegamento in Siria. I MiG-31K opereranno in esercitazioni congiunte con velivoli antisom IL-38 MAY e Tu-142MK BEAR-F e con 3 bombardieri Tu-22M3 BACKFIRE – ritornati a Jableh per la seconda volta in un mese – nel Mediterraneo Orientale. Nello specifico, l’idea è quella di impiegare i BACKFIRE, BEAR, FOXHOUND e MAY in simulazioni d’attacco contro un gruppo navale costituito da 5 unità russe appartenenti alla Flotta del Mar Nero, ma stabilmente presenti in teatro. Nello specifico, si tratta dell’incrociatore MOSKVA classe SLAVA, delle 2 fregate ESSEN e MAKAROV classe GRIGOROVICH, e di 2 sottomarini KILO 877 OSKOL e ROSTOV. Oltre a condurre tali tipo di attività addestrative, nonché quelle volte al rafforzamento delle capacità di protezione delle basi di Jableh e Tartus, è possibile che le simulazioni includano un attacco contro un Carrier Strike Group sfruttando, in tal senso, la presenza del CSG21 guidato dalla portaerei britannica QUEEN ELIZABETH II. Ciò, tenuto conto che la Russia non dispone di un’unità simile, essendo la KUZNETSOV in bacino per riparazioni per chissà quanti mesi/anni ancora, ammesso che rientri mai in servizio. Tornando al possibile attacco al CSG, pare che questo tipo di simulazione sia avvenuta nella mattina del 28 giugno, allorquando i 2 MiG-31K, almeno uno dei quali armato con un KINZHAL, hanno affiancato 3 Tu-22M3, 2 dei quali equipaggiati con il missile cruise antinave Kh-22. Ovviamente, i dettagli relativi alla simulazione e, in particolare, alla distanza dei velivoli dal CSG21 non sono stati divulgati. Tuttavia, pare che una coppia di F-35B sia decollata dalla QUEEN ELIZABETH per intercettare la squadriglia russa e scortarla fuori dal perimetro di sicurezza del gruppo navale guidato dalla portaerei. Oltre a fungere da scenario addestrativo estremamente realistico, come dimostrerebbe il presunto attacco simulato contro il CSG21, in un’area geografica sempre meno “nuova” per gli equipaggi russi, le suddette esercitazioni hanno come obiettivo dichiarato il monitoraggio delle attività del CSG21 e, soprattutto, quelle del gruppo imbarcato di F-35B della RAF e degli USMC, impegnato attivamente nelle operazioni anti Daesh in Iraq. Inoltre, il rischieramento dei MiG-31 “KINZHAL” potrebbe avere un’ulteriore doppia valenza: in primis, quella di mettere, ancora una volta, in mostra le capacità russe di proiezione di forza, in particolare nell’area del Levante, con l’invio di piattaforme aggiornate e sistemi d’arma nuovi caratterizzati da grande valenza strategica. In secondo luogo, un ruolo non trascurabile lo gioca la volontà di Mosca di “mostrare i muscoli”, in particolare alla Gran Bretagna, dopo il recente caso del cacciatorpediniere DEFENDER. Al netto di tali considerazioni, la contemporanea presenza di bombardieri Tu-22M3 con i loro missili antinave Kh-22 – o la loro versione aggiornata Kh-32 – da 500/700 km di gittata, dei MiG-31K armati con il KINZHAL - in grado di essere impiegato contro bersagli navali grazie alla presenza di un seeker radar attivo e accreditato di una gittata di circa 2.000 km con picco di velocità nella fase di discesa terminale superiore a Mach 10 e capacità manovranti - nonché del suddetto gruppo navale russo, rappresentano elementi di una forza aeronavale estremamente temibile, con elevate capacità missilistiche (antiaeree, antinave, land attack, sub, super ed ipersoniche). Una minaccia concreta per il fianco sud della NATO.