RIVISTA ITALIANA DIFESA
I Marines si addestrano a Okinawa alle EABO 09/06/2021 | Fabio Di Felice

Nelle scorse settimane circa 800 Marines americani hanno partecipato ad una Jungle Warfare Exercise sull’Isola di Okinawa dove hanno testato la prontezza operativa nel combattimento contro una forza avversaria ugualmente ben equipaggiata. Nella fittizia trama esercitativa, il 2° Battaglione del 2° Reggimento dei Marines (2/2), normalmente di base a Camp Lejune in North Carolina, si è confrontato con gli uomini del 3° Battaglione del 3° Reggimento Marines (3/3) di base nelle Hawaii. L’addestramento ha visto i 2 battaglioni fronteggiarsi ad “armi pari” per la conquista di alcune posizioni chiave di importanza marittima, nella zona nord dell’isola di Okinawa; la successione degli eventi ha visto, nel dettaglio, prendere l’iniziativa al 3/3 che, effettuando un assalto aereo, accompagnato da mezzi anfibi, ha rapidamente preso possesso di una vasta zona costiera, mentre il 2/2 ha, in risposta, eseguito un classico assalto tramite elicotteri dalle posizioni sopraelevate all’interno dell’area d’operazione (addestrativa). Quest’ultimo ha, nel finale, prevalso respingendo l’invasore in mare. Tale esercitazione ha visto 2 importanti elementi di novità che hanno esercitato un notevole stress sugli staff e gli uomini e le donne sul terreno: il primo è stato l’applicazione della nuova, e ancora in evoluzione, dottrina delle Expeditionary Advanced Base Operations (EABO); il secondo ha invece riguardato l’ambiente in cui sono avvenuti gli scontri fra i 2 schieramenti, non più il deserto o l’ambiente urbano, ma la giungla e le sue insidie, tra ragni e serpenti velenosi uniti alla non agevole praticabilità del terreno, soprattutto a causa della pioggia. Durante l’intero arco dell’esercitazione sono state testate le capacità di inserzione, persistenza nell’area di operazione e l’utilizzo di diverse sorgenti di fuoco di supporto, con la costituzione di una catena di comando e controllo in grado di assicurare la situational awareness in un ambiente che replica quanto una “littoral force” dello USMC potrebbe trovare in un possibile conflitto nella definita “first island chain” pacifica. Per raggiungere gli obiettivi stabiliti, i reparti sul terreno hanno utilizzato Utility Task Vehicles (UTV) e ricevuto supporto aereo da MV-22 OSPREY e CH-53 SUPER STALLION, ma soprattutto, hanno effettuato il loro movimento tattico in modalità appiedata, sfidando in prima persona le difficoltà del terreno.


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