
Dopo il rapporto “NATO 2030” – rapporto stilato da un panel di esperti indipendenti sulle sfide che attendono l'Alleanza Atlantica da qui al 2030 – si va verso un un nuovo Concetto Strategico. Il tema, infatti, è in cima all’ordine del giorno del Summit NATO di Bruxelles della prossima settimana. In quella sede verrà dato ufficialmente il via ai lavori per il nuovo Concetto Strategico che dovrà sostituire l’attuale, risalente al 2010. Dieci anni in cui è cambiato tutto ed in cui la NATO è sostanzialmente tornata a fare il suo “vecchio mestiere” di lleanza di difesa collettiva ed a fronteggiare Mosca. Una competizione, quella con la Russia, riaccesasi con l'annessione della Crimea, con la rinnovata assertività di Mosca nell’estero vicino, ma anche in tutto il Mediterraneo, e con la competizione sul piano militare: missilistico e nucleare in particolare. La verà “novità” è però la Cina, percepita ormai da tutti i Paesi dell'Alleanza Atlantica come una minaccia sistemica, da affrontare soprattutto sul piano della resilienza e della corsa alle tecnologie cosiddette disruptive, tenendo presente uno dei fattori della politica internazionale più strutturati, ovvero che l’Occidente, dal Rinascimento ad oggi, ha sempre mantenuto la superiorità tecnologica sul resto del mondo. Nel nuovo Concetto Strategico, dunque, entrerà prepotentemente il tema della competizione tecnologica con Pechino, così come quello della proiezione di influenza da parte dell'Alleanza Atlantica nello scenario Asia-Pacifico, posto che la minaccia principale per la NATO (per ora) resta come si diceva la Russia. Tuttavia, tra i temi in discussione la prossima settimana a Bruxelles, non ci sarà solo il nuovo Concetto Strategico, ma anche, ovviamente, l’Afghanistan. A settembre le forze alleate lasceranno in maniera definitiva il Paese, ma la NATO non abbandonerà Kabul e continuerà a fornire assistenza di tipo politico e finanziario al Governo afghano, espandendo il proprio Ufficio politico di Kabul, guidato, ricordiamolo, dall’Ambasciatore Stefano Pontecorvo. Infine, vedremo quale attenzione riceverà la questione “fianco sud”, fondamentale per l’interesse nazionale italiano. L’Italia ha tradizionalmente impostato la propria azione di lobby verso l'Alleanza enfatizzando le minacce asimmetriche provenienti da sud: terrorismo, immigrazione, instabilità diffusa, ecc. Tuttavia, il “fronte sud”, esattamente come il “fronte est”, ha assunto ormai pure una dimensione convenzionale, testimoniata dall’attività della Marina Russa in tutto il bacino mediterraneo, dalla presenza militare di Mosca in Libia e dalle bolle A2/AD che Mosca ha creato nel Mar Nero in Siria. Siria dove da poco sono stati rischierati in via permanente bombardieri Tu-22: non era mai accaduto neanche ai tempi della Guerra Fredda.