RIVISTA ITALIANA DIFESA
La Turchia rischiera UAV BAYRAKTAR a Cipro Nord 03/06/2021 | Andrea Mottola

Negli ultimi mesi la Turchia ha ripristinato l’aeroporto militare in disuso di Gecitkale/Lefkoniko - situato nella parte settentrionale di Cipro, area occupata dal 1974 dai turchi – trasformandola in una nuova base aerea destinata ad accogliere, su base semipermanente, velivoli a pilotaggio remoto. Secondo quanto dichiarato da Erdogan, la base verrà ufficialmente attivata il prossimo 20 luglio, in occasione del 47° anniversario dell’invasione dell’isola. In realtà, Gecitkale già ospita abitualmente UAV da ricognizione e sorveglianza, che operano tra quest'ultima e la base di Dalaman, in supporto delle attività esplorative delle navi turche impegnate nella ricerca di giacimenti di idrocarburi nelle acque cipriote. Negli ultimi mesi, peraltro, nella nuova base è stata segnalata la presenza di droni armati BAYRAKTAR TB2. La decisione di utilizzare Gecitkale come base operativa per UAV risale, in realtà, alla fine del 2019, quando Turchia e Libia firmarono un accordo di reciproco riconoscimento delle rispettive zone economiche esclusive nel Mediterraneo. Da allora, Ankara ha provveduto a migliorare gradualmente l’aeroporto, intervenendo sulla pista – appiattendola e riasfaltandola – e ripristinando l’area di parcheggio, alloggi e depositi vari (armamento, carburante e pezzi di ricambio). Non è da escludere che in futuro la base possa essere progressivamente ampliata e strutturata per ospitare, oltre agli UAV, velivoli di diverso tipo, quali caccia F-16, pattugliatori P-72, AEW&C E-7. Ciò porrebbe tali velivoli – ma anche i suddetti UAV tattici BAYRAKTAR - a ridosso di un’area estremamente strategica per la ricchezza dei giacimenti sottomarini di idrocarburi del Levante i quali, però, ricadono nelle zone economiche esclusive cipriote, egiziane, israeliane e libanesi.


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