RIVISTA ITALIANA DIFESA
Riecco i gheddafiani 01/12/2014 | Pietro Batacchi

 

La Libia è ormai precipitata in una situazione di guerra civile che vede contrapposti 2 fronti - quello nazionalista, radunato attorno al Governo di Tobruk, e quello islamista, radunato attorno al Governo di Tripoli, – anche se in entrambi ci sono delle differenze profonde dovute all'elemento tribale che tradizionalmente è dominante in Libia.

Nel campo nazionalista l'Esercito del Generale Haftar è alleato con le milizie di Zintan. Questo fronte si è assicurato il sostegno della potente tribù dei Warfalla, storica sostenitrice del regime di Gheddafi, e di diversi elementi del vecchio establishment gheddafiano. A tal proposito, pare che lo stesso Haftar abbia di recente fatto visita in carcere a Saif Gheddafi, detenuto ancora dalla milizia di Zintan. Un gesto che punterebbe a sancire definitivamente la saldatura tra il campo nazionale e i gheddafiani. In questo quadro bisogna leggere anche il fatto che alcune centinaia di quella che fu la 32° Brigata corazzata, unità di elite dell'Esercito gheddafiano guidata dal figlio Khamis dato per morto in un raid della NATO nel 2011, ma la cui sorte non è mai stata ufficialmente chiarita, si stanno addestrando nella città di Bani Walid, una delle roccaforti del vecchio regime, in vista di una futura offensiva contro Tripoli per scacciarne il secondo Governo libico, quello guidato da Omar Al Hassi e sostenuto dai radicali, e la milizia di Alba Libica. Quest'ultima è uno dei cardini del fronte radicale, ancorchè, diciamo, l'elemento più “moderato”, assieme al Lybia Shield, emanazione della Fratellanza Musulmana libica, ed alle milizie di Abdel Hakim Belhadj, esponente di spicco del salafismo libico e storico "cliente" del Qatar. Proprio i Fratelli Musulmani stanno utilizzando la Libia come retroterra per preparare azioni in territorio egiziano e questo spiega il sostegno dato dal Governo di Al Sissi al Generale Haftar. Ad oggi in Libia sarebbero presenti circa un migliaio di membri dei Fratelli Musulmani egiziani che, approfittando del caos e del sostegno ricevuto dagli altri gruppi radicali, si stanno radicando in diverse parti del Paese.

Molto più complesso il discorso riguardante Ansar Al Sharia. Il gruppo qaedista attivo in Cirenaica ha stretto un'alleanza tattica con Libya Shield, Misurata e le altre milizie radicali contro Haftar, ma rispetto a queste ha un'agenda diversa e prima poi le differenze potrebbero emergere e deflagrare in una guerra civile nella guerra civile come sta accadendo in Siria. Del resto non è semplice tenere assieme realtà qaediste, come appunto Ansar Al Sharia, con la Fratellanza Musulmana, che ha una visione dell'Islam conservatrice ma non rivoluzionaria, o, peggio, con realtà come Misurata molto più interessata alla propria autonomia – di vera e propria città stato - che all'Islam.

 


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE