RIVISTA ITALIANA DIFESA
Il caso MISTRAL 28/11/2014 | Giuliano Da Frè

Per la prima nave militare di costruzione occidentale destinata alla Russia dai tempi della Seconda guerra mondiale (quando gli Alleati cedettero a Stalin centinaia di unità, compresa una corazzata), Mosca dovrà attendere. Sine die. Perché questa è, di fatto, la formula adottata nei giorni scorsi dall’Eliseo per bloccare la consegna, prevista già per il 14 novembre, della VLADIVOSTOK, la prima delle 2 portaelicotteri d’assalto anfibio tipo MISTRAL ordinate dalla Russia nel 2011, con un contratto del valore di 1,2 miliardi di euro, con anche l’opzione per una seconda coppia di unità, da realizzarsi in Russia. La decisione, comunque solo una sospensione, si inserisce nel quadro delle sanzioni che l’Occidente sta varando a vari livelli politico-economici, quale reazione all’ingerenza di Mosca nella guerra civile ucraina, proseguita a dispetto della tregua siglata a settembre. La posizione della Francia, già scossa dalle polemiche sui finanziamenti (definiti semplici “prestiti”) giunti da una banca russa al Front National di Marine Le Pen, arriva dopo un lungo temporeggiare da parte delle autorità politiche e industriali francesi. Mettere piede nel chiuso e protetto procurement russo della Difesa non è stato facile: al di là della componentistica elettronica o informatica, sono pochi i sistemi d’arma occidentali che hanno fatto breccia negli arsenali dell’ex Armata Rossa. Escludendo UAV israeliani e i blindo leggeri italiani LINCE (proprio in questi giorni è stata completata la consegna dei 358 veicoli ordinati, nell’ambito di un programma che ne comprendeva quasi 2.000, con possibili aperture anche agli 8x8 di Iveco, ma poi cancellato per le pressioni dell’industria militare russa), il “colpo” messo a segno da DCNS era stato di quelli epocali. Immediate le reazioni del governo russo che, dopo aver sottolineato – in una riedizione hitech della favola della volpe e dell’uva - come la sua flotta “possa fare tranquillamente a meno” delle navi francesi, ha minacciato di avviare un contenzioso legale su un terreno scivolosissimo che tra penali e rimborsi potrebbe costare alla Francia 3 miliardi di euro. Non per niente, la decisione presa da Hollande rappresenta un passo dal sapore salomonico, in parte dovuto alle pressioni effettuate da NATO e Unione Europea: al di là delle possibili implicazioni legali, infatti, sarebbe difficile ricollocare su altri mercati le 2 MISTRAL destinate alla Russia, ormai in avanzato stato di allestimento (perla SEBASTOPOLIla consegna è prevista entro il 2015). La stessa Marina Francese aveva cancellato l’opzione per una quarta unità, e per favorire l’export è stato messo a punto il progetto MISTRAL-140, di dimensioni più piccole, per paesi come il Sudafrica. Tuttavia, proprio in questi giorni qualche commentatore ha ipotizzato un interesse del Canada per le 2 unità acquistate da Mosca: una sorta di contrappasso, visto la crescente rivalità tra i due paesi per il controllo delle regione artica.


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE