Lungo tutto il 2014 la Marina Militare russa ha sensibilmente aumentato il numero di esercitazioni condotte dai propri reparti, così come la conduzione di crociere sia da parte delle proprie subacquee, attraverso i pattugliamenti strategici da parte dei propri SSBN, sia soprattutto attraverso l’impiego di unità di superficie. Il recente riposizionamento strategico in chiave euroasiatica da parte di Mosca ha comportato inoltre un orientamento nei confronti dei mari caldi dell’Oceano Indiano, del mar Cinese Meridionale e del Pacifico Occidentale da parte del proprio establishment politico. Acque, soprattutto quelle del Mar Cinese Meridionale, ritenute di estrema importanza grazie alle risorse in esse contenute e alle vie di comunicazione che lo attraversano, le quali sono essenziali per gli Stati rivieraschi: Cina in primis. La US Energy Information Administration (EIA) stima infatti che in questi mari vi siano enormi giacimenti di idrocarburi, soprattutto di gas, mentre il potenziale ittico, circa il 10% del pescato mondiale, rappresenta una componente fondamentale per le comunità presenti nell’area. Per quanto concerne invece le vie di comunicazione marittima, i choke point nella zona sono numerosi, ad esempio: Stretto di Karimata, Stretto di Malacca nonché spingendosi più ad Est l’intricato sistema di arcipelaghi racchiuso tra Borneo, Filippine e Papua Nuova Guinea. E’ però il Mar Cinese Meridionale l’area geopolitica che vede al momento le tensioni maggiori: in quanto Cina, Taiwan, Vietnam, Malesia, Brunei e Filippine avanzano tutti rivendicazioni di sovranità territoriale proprio su queste acque. In alcune occasioni, unità cinesi e vietnamite sono giunte a veri e propri scontri, come nel caso dello scorso maggio. A gettare benzina sul fuoco sembra ci stiano pensando anche le continue rivendicazioni da parte cinese nei confronti delle Isole Natuna. Rivendicazioni che, come confermato da alti esponenti delle Forze Armate dell’arcipelago indonesiano (TNI), stanno spingendo lo Stato insulare ad un ruolo maggiormente attivo nell’area. La Federazione Russa dal canto suo, almeno per il momento, continua invece a perseguire una politica volta ad intessere buoni rapporti con i 3 Paesi prima menzionati. Anche se, tenendo conto della ritrovata iniziativa politica a livello internazionale, acquistano significato alcune crociere intraprese durante le scorse settimane da unità navali della Marina moscovita. Ad inizio novembre l’incrociatore lanciamissili MOSKVA, della classe SLAVA, ha effettuato una serie di esercitazioni nel Mar Cinese Meridionale attirando l’attenzione internazionale su di se in quanto presenza abbastanza insolita nell’area. L’unità ha un dislocamento a pieno carico di 11.490 tonnellate, una lunghezza fuori tutto di 186,4 metri, una velocità massima di 32 nodi ed un equipaggio di 480 uomini. L’armamento principale è costituito da 16 missili antinave P-500 BAZALT, SS-N-12 SANDBOX nella nomenclatura NATO. La nave ammiraglia della Flotta del Mar Nero era partita da Sebastopoli il 6 settembre 2014 , a metà ottobre aveva attraversato il canale di Suez giungendo a Colombo nello Sri Lanka il 23 ottobre per poi attraversare lo Stretto di Malacca e dirigersi verso l’area dell’esercitazione. Le operazioni navali sono state condotte dall’unità in concomitanza con una visita di Stato da parte del Presidente russo Vladimir Putin a Pechino, durante la quale è stata firmata con il Governo cinese un’intesa in materia di sicurezza informatica. Il 5 novembre è invece giunta a Jakarta, in concomitanza con il salone Indo Defence 2014, la fregata YAROSLAV MUDRY: nave della classe NEUSTRASHIMY con un dislocamento a pieno carico di 4.400 tonnellate, una lunghezza di 129 metri ed una velocità massima di 30 nodi. L’unità, appartenente alla Flotta del Baltico, è armata con il sistema antinave KH-35 URAN, SS-N-25 SWITCH BLADE nella nomenclatura NATO. Da segnalare che proprio sulla YAROSLAV MUDRY è stato siglato un accordo per lo sviluppo ed il potenziamento della rete infrastrutturale e portuale indonesiana. L’episodio che ha però destato più attenzione a livello mediatico è stato sicuramente quello occorso al largo delle coste australiane. Un gruppo navale formato da 4 unità della Marina Russa ha incrociato verso metà novembre a nord dell’Australia. Una crociera effettuata in concomitanza con il G20 svoltosi a Brisbane. Si trattava della nave ammiraglia della Flotta del Pacifico: l’incrociatore VARYAG, scortato dal cacciatorpediniere MARSHAL SHAPOSHNIKOV, da un rimorchiatore oceanico e da una nave rifornitrice. Il gruppo navale russo era partito in data 23 ottobre 2014 dalla propria base stanziale di Vladivostok dirigendosi a sud e giungendo nel Mar dei Coralli a sud dell’Isola di Bougainville facente parte dello Stato di Papua Nuova Guinea, nella serata di mercoledì 12 novembre 2014. Il VARYAG, terza unità della classe SLAVA, è un incrociatore lanciamissili varato nel 1983 ed entrato in servizio con la Flotta del Pacifico nel 1990. Il MARSHAL SHAPOSHNIKOV è un cacciatorpediniere della classe UDALOY varato nel 1985, ha un dislocamento a pieno carico di 7.900 tonnellate, una lunghezza di 163metri, velocità massima di 35 nodi ed il suo equipaggio comprende 300 membri. Il suo armamento principale e caratterizzante è costituito dal complesso antinave METEL, presente sul MARSHAL SHAPOSHNIKOV nella variante ASW, codice NATO SS-N-14 SILEX. Come risposta all’avvicinamento delle navi russe, la RAN (Royal Australian Navy) ha inviato un velivolo da pattugliamento marittimo P-3 ORION e 2 fregate classe ANZAC, con lo scopo di intercettare e seguire il gruppo navale russo. Le unità della RAN impiegate nell’inseguimento erano la HMAS PARRAMATTA e la HMAS STUART. La prima delle due navi era già presente nell’area con compiti di sorveglianza in vista del G20 che ha visto a Brisbane l’incontro tra i vari leader mondiali tra il 15 e 16 novembre. La seconda invece, stava rientrando a Sidney dopo le commemorazioni della Prima Guerra Mondiale ad Albany. Dal canto suo l’ADF (Australian Defence Force) ha affermato che la presenza delle unità russe è stata sempre in linea con il principio di libertà di navigazione dei mari sancito dal diritto internazionale. Questa non è stata la prima volta che Mosca ha mostrato il proprio strumento militare in previsione di un evento internazionale di grande portata: nel 2010 il Presidente Dmitry Medvedev era stato accompagnato durante una visita a San Francisco proprio da unità della Flotta del Pacifico, mentre nel 2009 in occasione dell’incontro dei Paesi membri dell’APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) a Singapore vascelli russi erano stati fatti stazionare nei pressi della città Stato. Questa volta però i rapporti tra i Leader di Australia e Russia erano già stati messi a dura prova da un altro summit dell’APEC. Infatti, martedì 11 novembre a Pechino il Primo Ministro australiano Tony Abbott aveva chiesto al Presidente russo Vladimir Putin di non declinare le responsabilità della Federazione in merito all’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines del 17 luglio scorso, una richiesta che era stata immediatamente rigettata da parte russa.