RIVISTA ITALIANA DIFESA
Quali aerei da combattimento per l’USAF? 02/04/2021 | David Meattini

Solo pochi mesi fa gli analisti cercavano di capire cosa avrebbe comportato l'ambiziosa e costosissima strategia USA patrocinata dal Sottosegretario (USAF) Will Roper, volta non a sviluppare un nuovo caccia di 6a generazione secondo l’approccio tradizionale, bensì ad optare per un approccio “century like” (con riferimento ai velivoli da combattimento serie 100 realizzati a suo tempo negli USA), quindi per una sequenza di programmi meno ambiziosi, ma più rapidi, che avrebbe permesso di realizzare e introdurre in servizio aerei sempre allo stato dell’arte e con una vita operativa di 10-15 anni. Will Roper ha lasciato il suo ufficio con l’Amministrazione Trump, ed ecco che di “century” non si parla più. Il NGAD (Next Generation Air Dominance) rischia quindi di essere sviluppato così come accaduto per F-22 ed F-35: un super aereo da combattimento. Il che dimostra come sia bene prendere con le molle le “mode” d’oltreoceano, che spesso durano il breve spazio di una Presidenza, persino quando uno stesso Presidente ha 2 mandati. Perché i tempi necessari per cambiare davvero strategie e politiche di procurement sono molto lenti, specie in un Paese dove è presente un enorme complesso industriale-militare. Prima che un’amministrazione possa incidere davvero ci vuole tempo e tanta energia e un Congresso che supporta in pieno. Ecco però arrivare una nuova idea: l’USAF ha bisogno di un mix di capacità Hi-Lo, e quindi non può acquistare solo super-aerei come l’F-35 e il futuro NGAD, anche perché questi aerei hanno o avranno un costo operativo alto e non ha senso impiegarli in scenari e contro avversari relativamente poco sofisticati. La nuova pensata, proposta dal Capo di Stato Maggiore dell’USAF, Gen. Charles Brown, riguarda un aereo da combattimento meno avanzato, di 4,5 oppure 5a generazione, da sviluppare ed introdurre in servizio rapidamente, consentendo all’USAF di rinnovare comunque la sua linea da combattimento e magari incrementarla, senza doversi affidare completamente all’F-35 (paragonato ad una Ferrari che non si guida e non si usa tutti i giorni), spendendo meno e riducendo i tempi.

Tutto l'articolo è disponibile è disponibile su RID 4/21.


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