
Il nuovo Presidente USA Biden ha annunciato durante una conferenza stampa che, allo stato attuale, non sono previste truppe americane dispiegate in Afghanistan dopo il 2022, ma ha aggiunto che sarà difficile rispettare la scadenza del 1° maggio negoziata dal Presidente Trump negll’ambito dell’accordo di Doha dell’anno scorso. Il nuovo Presidente statunitense ha precisato che tale ritardo è da imputare a “motivazioni tattiche” dovute allo svolgimento di un sicuro e ordinato ripiegamento in Patria. Circa 2500 militari Americani sono ancora presenti nel Paese asiatico nonostante il ridimensionamento voluto dalla precedente Amministrazione ed accelerato dopo il citato accordo di Doha. Il Presidente Biden ha inoltre aggiunto che sono in corso delle ulteriori azioni, svolte in sinergia con le Nazioni Unite, per trovare una soluzione all’impasse dei colloqui tra Governo di Kabul e Talebani. La situazione del Paese continua però a rimanere instabile con l’attività dell’insorgenza che continua ad interessare vaste aree del Paese. Allo tempo stesso, lo Special Inspector General for Afghanistan Reconstruction (SIGAR) americano, John F. Sopko, durante una presentazione ufficiale al Congresso USA, ha sottolineato che, nonostante gli enormi fondi destinati alla formazione e addestramento delle forze di sicurezza Afghane, queste ultime sono ancora lontane dal possedere la piena capacità di operare in maniera autonoma. Secondo il rapporto presentato, infatti, i militari afghani non sono ritenuti ancora capaci di svolgere la manutenzione degli equipaggiamenti consegnati, gestire la catena logistica di approviggionamento ed addestrare con successo i membri delle proprie Forze Armate e forze di polizia.