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La Royal Navy punta a droni da portaerei 26/03/2021 | Gabriele Molinelli

La Royal Navy sta intensificando gli sforzi per assicurare alle sue nuove portaerei capacità che vadano oltre l’F-35B ed ha lanciato un nuovo studio, il Project VIXEN (probabilmente un riferimento al caccia imbarcato SEA VIXEN degli anni 60’), per velivoli unmanned da impiegare in missioni di strike e rifornimento in volo. Un’altra missione d’interesse è la sorveglianza, magari anche l’allarme radar precoce per un futuro post-CROWSNEST (il sistema radar AEW integrato sugli elicotteri MERLIN HM2). Ovviamente si tratta ancora di un progetto nelle sue fasi embrionali, ma i Comandanti in capo di Royal Navy e RAF hanno congiuntamente dichiarato nel recente passato che imbarcare droni di grandi dimensioni sulle portaerei è qualcosa che vorrebbero realizzare nel giro di 5 anni. Il VIXEN si accompagna al progetto MOSQUITO della RAF, che vedrà un primo dimostratore di loyal wingman volare nel 2023 grazie ad un recente contratto da 30 milioni con Spirit Aero. Il MOSQUITO sarà un velivolo unmanned dotato di sensori ed armamenti e capace di affiancare caccia pilotati, e servirà come prototipo del LANCA (Lightweight Affordable Novel Combat Aircraft), il gregario che la RAF vuole acquisire per affiancare TYPHOON, F-35B e, in futuro, TEMPEST. Non è mai stato definitivamente ed univocamente chiarito se il LANCA sarà effettivamente imbarcabile sulle portaerei classe QUEEN ELIZABETH, nonostante si parli di affiancarlo all’F-35B nell’Air Wing. Essendo le portaerei configurate per velivoli a decollo corto e atterraggio verticale, per imbarcarsi su di esse il LANCA dovrebbe essere, come il VALKYRIE dell’Americana KRATOS, “indipendente dalle piste”, quindi lanciato con l’ausilio di razzi e recuperato con paracadute. Le anticipazioni in CGI del LANCA viste finora suggeriscono in effetti un velivolo privo di carrello, ma le informazioni concrete sono ancora scarse. Alternativamente, sulle navi andranno installati sistemi di supporto per lancio e atterraggio. Il project VIXEN suggerisce forse lo sviluppo di una variante imbarcata parallela, o addirittura di un velivolo separato e di più grandi dimensioni (il ruolo tanker per rifornimento in volo lo imporrebbe). Il 24 febbraio scorso la Royal Navy ha pubblicato una Request for Information relativa ad un sistema di lancio assistito capace di far decollare velivoli pesanti fino ad un massimo di circa 25 t e ad un sistema d’arresto per l’atterraggio per velivoli con una massa minima di 5 t e massima di oltre 21. L’installazione a bordo nave è desiderata già nel 2023, se possibile. Si tratta di requisiti molto ambiziosi, che si avvicinano a quelli tipici di catapulte e cavi d’arresto per portaerei convenzionali. Se si riuscisse a maturare un sistema con simili caratteristiche ma un’invasività a bordo nave ridotta, il risultato sarebbe rivoluzionario. Risultati promettenti erano stati raggiunti negli anni scorsi con i prototipi EMKIT ed EMCAT, catapulte elettromagnetiche sviluppate nel Regno Unito da Converteam, poi acquisita da General Electric per diventare GE Power Conversion.


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