
Secondo alcune anticipazioni giornalistiche apparse sull’autorevole quotidiano britannico Times, nel prossimo documento integrato di revisione strategica riguardante le Forze Armate, l’intelligence e la politica estera, che sarà ufficialmente pubblicato il prossimo 16 marzo, verrà richiesto che il numero di F-35B per la RAF e per la Royal Navy sia tagliato del 65%, passando da 138 a soli 48 aerei da acquisire entro il 2025. In pratica, non verrebbero acquistati più velivoli dopo i primi 48 già ordinati e i fondi risparmiati verrebbero dirottati per lo sviluppo del futuro sistema di combattimento aereo TEMPEST, nonché verso un sensibile ampliamento della flotta di velivoli a pilotaggio remoto, con un focus sul programma MOSQUITO/LANCA, volto all’acquisizione di UAV gregari/loyal wingmen. Per quanto tale scelta possa trovare parziale spiegazione nella volontà di rimodulare gli stanziamenti in favore di un programma maggiormente dilatato nel tempo e che dovrebbe vedere un ampio coinvolgimento del settore industriale britannico, se confermata rappresenterebbe un rischio notevole in termini di riduzione capacitiva per il Regno Unito nel medio termine, tenuto conto che il TEMPEST non vedrà la luce prima di 15 anni. Nelle anticipazioni, oltretutto, si parla del ritiro anticipato di 24 dei più anziani TYPHOON Tr.1, ritiro inizialmente previsto intorno al 2030 dopo la loro riconversione in velivoli “aggressors” nella fase finale della loro vita operativa. Con un taglio di simili proporzioni alla flotta di F-35B, peraltro, non troverebbe spiegazione la scelta di dotarsi e mantenere le 2 portaerei classe QUEEN ELIZABETH II, a meno che non si voglia limitare l’impiego dell’intera flotta di 48 F-35B ai rischieramenti a bordo di tali unità o alternare le aliquote di LIGHTNING II tra imbarchi su una singola portaerei e schieramenti a terra. Va tenuto presente che una componente imbarcata credibile di F-35B su una singola QE viene stimata in 24 aerei, il che implicherebbe una flotta di 70 aerei, considerando i velivoli in manutenzione o impegnati in attività addestrative e rischieramenti oltremare. Al netto delle suddette anticipazioni, e alla luce di queste ultime considerazioni, si potrebbe dunque ipotizzare un’eventuale riduzione a 80-100 aerei.