RIVISTA ITALIANA DIFESA
Tendenze operative e tecniche dei prossimi aerei da caccia 30/12/2020 | Sergio Coniglio

In Europa sono stati lanciati 2 programmi per 2 nuovi aerei, anzi 2 “sistemi aerei” da combattimento (come sarebbe meglio definirli), e anche negli USA si sta concretizzando un programma similare. Altre nazioni, come il Giappone, la Corea del Sud, la Turchia e l’India perseguono i propri programmi nazionali, che sono però più centrati sulla realizzazione di velivoli più tradizionali. Dalle informazioni disponibili sui nuovi aerei, informazioni spesso ancora indefinite, circa i requisiti operativi da soddisfare riguardo alle scelte di progetto e relativamente alle loro caratteristiche tecniche, si possono rilevare similitudini e differenze sulle quali è interessante effettuare una prima analisi. Recentemente abbiamo già parlato (vedi RID 9/2020 pag. 20) del “sistema” FCAS/SCAF (Future Combat Air System/Systeme de Combat Aérien Futur) in sviluppo in Francia, Germania e Spagna, caratterizzato non da un singolo aereo ma da un sistema comprendente diversi aerei/piattaforme sia pilotate che non. Programma quindi molto diverso dal tradizionale sviluppo di un aereo da combattimento, in genere con capacità multiruolo e basato su una singola piattaforma pilotata. Questo originale concetto è in effetti alla base anche del programma TEMPEST lanciato dagli Inglesi e a cui partecipano Svezia e Italia, come pure all’ormai definito programma dell’USAF NGAD (Next-Generation Air Dominance). Il programma giapponese Mitsubishi F-X (la sigla definitiva probabilmente sarà F-3) si differenzia invece per essere decisamente orientato al ruolo aria-aria e alla difesa aerea a lungo raggio. Anche per questo velivolo si parla comunque della possibilità di affiancargli altre piattaforme non pilotate, cioè tipo UAS (Unmanned Aircraft Systems). Dalle indicazioni disponibili sembra che, diversamente dagli altri programmi nazionali, si possano considerare come un classico sviluppo di un aereo da combattimento multiruolo, sia pure di nuova generazione, anche se non si può escludere che successive evoluzioni prendano la via di un affiancamento all’aereo base di droni più o meno sofisticati.


Condividi su:  
    
News Forze Armate
COMUNICATI STAMPA AZIENDE