A fine ottobre è stato finalmente presentato alle Commissioni parlamentari il DPP (Documento Programmatico Pluriennale) 2020 che contiene la pianificazione triennale 2020-2022 ed offre un quadro sui principali programmi di procurement della Difesa italiana. Quest’anno il documento è arrivato con più ritardo del solito: un pò per il COVID un pò per le (feroci..) lotte “inter-service” sulla distribuzione dei fondi – con leak e polemiche varie sulle quali RID – rivista di analisi politico-militare – preferisce soprassedere. Tant’è, il ritardo è comunque inaccettabile per un documento che, ricordiamolo, dovrebbe andare in Parlamento a fine aprile. Per quanto riguarda i contenuti, grandi novità, è bene dirlo subito, non ce ne sono. L’aspetto che balza agli occhi immediatamente è l'assenza per quest'anno di fondi per il TEMPEST. Nulla, nemmeno un piccolo finanziamento per avviare gli studi di concetto. A fronte di ciò parte invece il programma per l'acquisizione del nuovo velivolo SIGINT, anche se su quest’ultimo aspetto il documento non è per niente chiaro e nè l’AM nè la Difesa hanno voluto rispondere alle nostre richieste di approfondimento. Materia delicata, ma un pò più di trasparenza in più, visto che si parla di soldi pubblici, non guasterebbe. Detto questo, veniamo all’analisi completa dei principali programmi. Giusto per informazione, in questo articolo tralasceremo tutte le parti del DPP relative al quadro strategico di riferimento ed ai numeri del Bilancio Difesa 2020, temi già affrontati nel pezzo di febbraio (RID 2/20), limitandoci a riportare alcuni dati nelle tabelle a titolo di “rimando” e riassuntivo. Come si diceva tra i nuovi programmi “in partenza” quest’anno, quanto meno tra quelli “analiticamente” più importanti – o quanto meno che lo Scrivente ritiene più importanti – manca una prima tranche di finanziamento del programma TEMPEST. Una lacuna ci verrebbe da dire clamorosa, per tutto ciò che il programma TEMEPST rappresentata per il futuro del comparto aerospazio e difesa italiano, ma sopratutto alla luce del fatto che gli altri 2 partner del programma, UK e Svezia, stanno già allocando fondi. Il Regno Unito è partito già tra il 2017 ed il 2018 stanziando fino al 2025 2 miliardi di sterline. Una cifra significativa che fa il paio con gli oltre 1.300 addetti già occupati sul programma in UK. Dal canto suo, anche la Svezia ha stanziato i primi 63 milioni di euro. L’Italia, dunque, rischia di rimanere pericolosamente indietro e man, mano che il tempo passa la capacità di influenzare i requisiti diminuisce, mentre si indebolisce la nostra posizione nelle negoziazioni per la suddivisione delle quote industriali. Questa pessima notizia è solo parzialmente mitigata, come vedremo meglio nel prossimo paragrafo, dalla pesante ristrutturazione finanziaria del programma Eurofighter TYPHOON nel cui ambito “compaiono” i fondi per la LTE (Long Term Evolution Strategy) e per il de-risking di alcune tecnologie che poi andranno, appunto, operativamente sul TEMPEST. Non è chiaro però su quali esercizi finanziari vengano allocati questi fondi.
Tutto l'articolo è disponibile su RID 12/20.