RIVISTA ITALIANA DIFESA
Gli UAV HAROP provocano il ritiro dell'Ambasciatore armeno in Israele 05/10/2020 | Fabio Di Felice

L’Armenia ha annunciato di aver ritirato per consultazioni il proprio Ambasciatore da Israele per protesta contro la vendita di armi all’Azerbaijan. Il portavoce del Ministro degli Esteri Armeno, Anna Naghdalyan, ha definito l’atteggiamento israeliano inaccettabile prima di procedere con il richiamo del diplomatico. Quest’ultima azione si ritiene in risposta alla conferma da parte del Governo azero di utilizzare armamenti Israeliani per colpire letalmente obiettivi armeni. Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), Israele avrebbe fornito, nel periodo dal 2006 al 2019, più di 825 milioni di dollari in materiale militare e, sempre secondo il database di questo famoso Istituto, tali forniture includerebbero droni, loitering munitions, sistemi missilistici anticarro e antiaereo. In particolare, le pressioni Armene su Israele si riferiscono in particolare ai droni kamikaze IAI HAROP che stanno letteralmente decimando i mezzi corazzati armeni dispiegati nel conflitto a supporto delle forze di etnia armena nella regione del Nagorno-Karabakh. Lo stesso presidente Azero ha infatti pubblicamente ammesso, oltre che di essere in possesso di una delle più vaste flotte di droni nell’area, di impiegare con letale successo droni e loitering munitions israeliane per colpire le forze armene. Lo IAI HAROP, definito dalla casa costruttrice Loitering Missile (LM), è un drone-arma dotato di sistemi opto-elettronici per individuare il proprio bersaglio e poi attaccarlo dirigendovisi contro in modalità kamikaze. Tale processo non è – al momento – automatico, ma è guidato da un operatore nella stazione di lancio della munizione-missile che tramite un two-way datalink dialoga con lo stesso e procede alla identificazione positiva del bersaglio e all’autorizzazione all’ingaggio. L’HAROP è normalmente utilizzato contro obiettivi robusti o pesantemente difesi, è in grado di rimanere in volo per più di 9 ore in “holding area” prima di trovare il proprio bersaglio e dialogare con il suo operatore fino a una distanza di 200 km. La letalità del sistema è però legata al fatto che l’HAROP è in grado di colpire un bersaglio con una precisione inferiore al metro con una testata bellica di 16 Kg.


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