Durante la visita del Segretario della Difesa Americano Mark Esper nel piccolo arcipelago dell’Oceano Pacifico, il Presidente dello Stato di Palau, Thomas Remengesau, ha annunciato la comune volontà di incrementare la presenza di truppe americane, in particolare Marines, nel prossimo futuro. Le strette relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e Palau sono state formalizzate nel 1994, con la firma di un Compact of Free Association, in cui gli stessi USA si sono impegnati nel garantire la difesa nazionale del piccolo arcipelago nei pressi delle Filippine. A seguito della visita del Segretario Esper, tale accordo verrà modificato con un notevole incremento in termini di personale e di investimento di risorse. In visione anti-Cina, l’arcipelago in questione, costituito da più di 300 isole, offre dei non trascurabili vantaggi: posizionato fuori dalla portata dei maggiori sistemi d’arma a lungo raggio cinesi, questo gruppo di isole rappresenta la perfetta immagine di Expeditionary Advanced Base Operations (EABO) teorizzata dal Generale Berger, Comandante dello USMC. Secondo questa dottrina, le EABO dovranno ospitare aliquote contenute e mobili di Marines, tanto da non costituire un bersaglio permanente e pagante, pronte a implementare bolle antinave e antiaeree; con l’ulteriore capacità di poter rifornire unità navali in piena ottica DMO (Distributed Maritime Operations). Le autorità militari americane hanno però tenuto a precisare che l’eventuale presenza di forze Marines su Palau, posizionato a circa 2700 miglia dalle coste cinesi, non costituisce una minaccia a Pechino, in quanto fuori portata da ogni sistema d’arma dei Marines. Tuttavia, lo stesso arcipelago può giocare un fondamentale ruolo nel caso in cui la Cina decida invece di “allargare i propri orizzonti”, soprattutto con il suo nuovo, e ogni giorno più temibile, strumento aeronavale. Proprio in questo periodo, la rotazione annuale di forze USMC su Palau, chiamata Task Force KOA MOANA, operante sotto il Comando della I Marine Expeditionary Force, ha ultimato la riparazione dell’aeroporto di Angaur, originariamente costruito proprio dalle forze americane per supportare la battaglia dell’isola di Peleliu, durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo solo 7 giorni di lavoro, quest’ultimo aeroporto è stato dichiarato ufficialmente idoneo per l’impiego di velivoli C-130 HERCULES ed in grado di garantire oltre che la flessibilità logistica dello strumento militare nell’area, anche la possibilità per l’isola di far atterrare velivoli turistici ed implementare cosi l’economia della piccola isola e dell’arcipelago stesso. Come viene definita negli ambienti anglofoni, una win-win situation.