Uno dei primi impieghi dei sistemi elettronici è stato a bordo delle navi militari, per le quali le radiocomunicazioni prima (le prime esperienze sono della fine del XIX secolo) e il radar dopo (nel corso degli anni ’30 del XX secolo) hanno costituito dei potenti moltiplicatori di forze, mettendo le Marine che dominavano ed impiegavano queste tecnologie in condizioni di netta superiorità rispetto a chi invece non le aveva a bordo. Praticamente in contemporanea all’imbarco di tali apparati si è iniziato a parlare di “guerra elettronica” o GE (in inglese Electronic Warfare o EW), consistente nell’impiegare le emissioni elettroniche del nemico per individuarlo e impedirgli di utilizzare fruttuosamente i propri sistemi elettronici di comunicazioni e di scoperta.
Già durante la Guerra russo-giapponese del 1904-05 i Russi ebbero le prime idee di bloccare le comunicazioni radio dell’avversario trasmettendo segnali a forte potenza, anche se tali idee non furono messe in pratica per la sfiducia dei vertici della flotta. Ma fu nel corso della Seconda Guerra Mondiale che i sistemi di guerra elettronica vennero diffusamente impiegati da tutti i belligeranti, in particolare per confondere i sistemi elettronici di navigazione e i sistemi radar.
Sono così nati i sistemi cosiddetti di “contromisure elettroniche”, (ECM, Electronic Counter Measures), volti ad impedire ad un sistema elettronico di funzionare, e quindi i sistemi di contro-contro misure (ECCM, Electronic Counter Counter Measures ), volti ad evitare che un sistema di contromisure impedisca al nostro sistema elettronico di funzionare. Un tipico sistema di contromisure elettroniche è il jammer, cioè un emettitore che disturba il funzionamento di un apparato nemico in modo tale che non riesca a funzionare. I sistemi di telecomunicazioni e soprattutto i sistemi radar sono stati progettati con caratteristiche tali da rendere sempre più difficile la vita alle contromisure; ad esempio oggi tra le caratteristiche più importanti di un radar navale è la bassa probabilità di essere intercettato o LPI (Low Probability of Intercept), cioè la capacità di funzionare con emissioni di bassa potenza e corta durata, difficili da intercettare e localizzare; un’altra importante caratteristica è l’agilità in frequenza, cioè la capacità di variare casualmente e in continuazione la frequenza di funzionamento rendendo più difficile sia la localizzazione che il disturbo. Un’altra importante caratteristica dei radar è la forma d’onda, che oggi è anch’essa creata in modo da rendere la vita più difficile all’avversario “elettronico”. Le caratteristiche di frequenza e forma d’onda di un moderno radar navale sono oggi uno dei dati tecnici a classifica più elevata, in quanto conoscendoli è possibile studiare idonei sistemi che ne sfruttino i punti deboli.
Il concetto di guerra elettronica si è oggi evoluto in quello più ampio di “dominio dello spettro elettromagnetico” (Electro Magnetic Spectrum dominance); lo spettro elettromagnetico, infatti, è oggi visto come un ambiente a sé stante, al pari di terra, aria, mare e spazio esterno, del quale è fondamentale acquisire il controllo per potervi svolgere operazioni e negare all’avversario la possibilità di svolgerne a sua volta. Questo concetto è particolarmente sentito negli Stati Uniti, dove costituisce, assieme alla sicurezza cibernetica (cyber security), uno dei pilastri per acquisire il dominio delle informazioni (information dominance), moltiplicatore di forze e presupposto per poter svolgere operazioni nei domini tradizionali in condizioni di netta superiorità sull’avversario. Secondo le definizioni riportate nel documento della US Navy “U. S. Fleet Cyber Command / TENTH Fleet Strategic Plan 2015 – 2020”, si definisce “Electromagnetic Maneuver Warfare (EMW)” “l’approccio al combattimento della US Navy per guadagnare vantaggi militari decisivi nello spettro elettromagnetico e per permettere la libertà d’azione in tutto il campo delle operazioni militari”. Si definisce invece Electronic Warfare (EW) “ogni azione che comporti l’impiego dello spettro elettromagnetico o di energia diretta per controllare lo spettro, attaccare un nemico, od impedire l’attacco nemico attraverso lo spettro”. Oggi negli Stati Uniti si ritiene che tutti i combattenti, siano essi di terra, di mare, dell’aria o dello spazio, operino in almeno 2 domini: quello relativo alla forza armata di appartenenza, e quello dello spettro elettromagnetico.