L’ipotesi circolava già da un paio di mesi, ma ieri è stata ufficializzata: gli Stati Uniti ridurranno drasticamente la propria presenza militare in Germania, ritirando 11.900 soldati e decine di mezzi blindati/corazzati e velivoli dalle proprie basi tedesche. La scelta, secondo l’Amministrazione Trump, è motivata in primis dal supporto finanziario che Berlino continua a dare alla Russia in virtù delle forniture energetiche che Mosca le garantisce e, in secondo luogo, dallo scarso impegno tedesco verso l’adeguamento della propria spesa militare verso il 2% del PIL (secondo quanto stabilito dalla NATO nel 2014), obiettivo che, in realtà, viene rispettato solo da una manciata di paesi “minori”. La suddetta riduzione non implica, tuttavia, un ritiro del contingente europeo statunitense, parte del quale – circa 5.600 uomini - verrà ridistribuito su altre basi in Belgio, Italia, Polonia e Romania, mentre circa 6.400 soldati rientreranno in patria in attesa di nuova assegnazione. La gran parte di questi ultimi verrà probabilmente rischierata nell’Asia-Pacifico, con alcune aliquote periodicamente ridisclocate a rotazione in Europa (verosimilmente in Polonia, stati baltici e Romania). Ciò detto, va ricordato che, in seguito a tale riduzione, in Germania continueranno ad essere presenti poco meno di 24.000 soldati. Peraltro, come sottolineato dal Segretario alla Difesa Mark Esper, lo spostamento di truppe si inserisce nell’ambito dell’implementazione del cosiddetto “dynamic force employment” che prevede una maggior flessibilità nello spostamento/rischieramento rapido di grossi contingenti e l’abbandono del concetto di basi permanenti, ritenute eccessivamente vulnerabili ad eventuali attacchi.
Per quanto riguarda la componente aerea, i 28 caccia F-16CJ/DJ Block 50D/52D attualmente inquadrati nel 480° Squadrone dell’USAF (unica unità caccia presente in Germania) di stanza presso la base di Spangdahlem, verranno ridislocati, con gli organici del reparto, ad Aviano e redistribuiti tra 510° e 555° Fighter Wing. Altra conseguenza della riduzione della presenza militare statunitense in Germania sarà il rinvio, almeno fino al 2027, del programmato spostamento del 100° Air Refueling Wing su KC-135 e del 352° Special Operations Wing su CV-22 ed MC-130J dalla base inglese di Mildenhall a Ramstein.
Oltre a tali unità, verranno spostate in altri sedi anche reparti terrestri. Tra questi, 2 unità paracadutisti, il 52° Civil Engineering Squadron e, soprattutto, il 2° Reggimento di Cavalleria dello US Army di stanza a Vilsek (unità, a dispetto del nome, costituita da una brigata di fanteria su veicoli corazzati leggeri STRYKER e da 4.500 uomini), unico reparto di manovra dell’Esercito americano presente in Europa e che, parrebbe, possa essere rischierato, seppur temporaneamente, negli USA. Inoltre, verranno spostati 4 centri di Comando (EUCOM, AFRICOM e relativi Comandi per Operazioni Speciali) che, al contrario, saranno ridislocati dalle attuali sedi di Stoccarda, rispettivamente, in Belgio (Mons) e in una tra Italia (Napoli) e Spagna (Torrejòn). Non sono stati rese note le tempistiche di tale riduzione/ridislocamento, ma è verosimile ritenere che, in base alla portata dello stesso in termini di quantità di mezzi e mezzi da spostare, nonché dei costi da sostenere, il tutto non avverrà prima di dicembre 2020, data successiva alle presidenziali americane di novembre. Ciò significherebbe che, in caso di sconfitta di Trump, il suo eventuale successore potrebbe bloccare/cancellare tale programma.