Si è svolto oggi il webinar organizzato da RID riguardante la resilienza dell’industria della Difesa durante il COVID 19 e la sua importanza per la ripresa del Paese a seguito della pandemia. La crisi del COVID 19 ha mostrato una volta di più l’importanza del settore Difesa per le economie nazionali. Del resto, come ricordato dal Direttore della Rivista Pietro Batacchi, “per sua natura, il settore militare è strutturalmente molto più resiliente rispetto a quello civile, basandosi su un ciclo più lungo ed essendo meno sensibile alle repentine oscillazioni del mercato”. Basterebbe guardare a ciò che sta accadendo negli Stati Uniti: Boeing, che ha un business più bilanciato ed un militare più solido, sta reggendo meglio alla crisi rispetto al suo concorrente Airbus, mentre un “pure defense” come Lockheed Martin ha confermato l’outlook per il 2020 ed il Pentagono sta anticipando ordini e commesse come, per esempio, accaduto anche per le nuove fregate previste del programma FFGX: un modo per tutelare la base industriale con importanti investimenti a lungo termine.
L’importanza del settore, inoltre, è testimoniata anche dal mutamento dello scenario geopolitico, in corso in alcuni casi, come quello libico, a poche centinaia di chilometri dalle coste italiane. Proprio la Libia rappresenta un esempio del suddetto cambiamento, che si estrinseca con l’intervento militare attivo da parte di diversi attori (Russia e Turchia, ed in misura decisamente minore, Qatar, Egitto ed EAU) che, in piena pandemia, intervengono con UCAV, supporto antiaereo e guerra elettronica, dimostrando elevate capacità operative e andando ad incidere, seppur a fasi alterne, in maniera determinante sul conflitto. Ebbene, anche questo rappresenta un segnale che dovrebbe indurre a riflettere sull’importanza che la difesa in generale e, in particolare, quella del nostro paese e della sua struttura industriale nel settore, deve avere per garantire il mantenimento della stabilità e della centralità strategica dell’Italia nel difficile periodo post COVID-19.
Per questa ragione, mai come oggi bisogna puntare ed investire ancor di più sulle tecnologie della difesa che, come sottolineato più volte durante il webinar, garantiscono un altissimo ritorno in termini di competitività e di valore. Il settore aerospazio e difesa, infatti, è caratterizzato da un elevato moltiplicatore in termini di investimenti e di occupazione, nonché da una forte propensione all’export che, in alcuni casi, supera l’80% della produzione (si tratta di prodotti italiani, fabbricati principalmente in Italia, ndr). In tempi “normali” è stato calcolato che per ogni euro investito in tecnologie della difesa ne ritornano 3,5 in termini di valore complessivo. Con la crisi del COVID 19 – che avrà una “coda” economica di qualche anno – questo rapporto è destinato a crescere ulteriormente, considerata la contrazione degli altri settori più esposti, confermando il settore come elemento fondamentale per il mantenimento della competitività italiana sui mercati internazionali. Come sottolineato dal Presidente dell’AIAD Guido Crosetto, “il comparto difesa rappresenta un settore strategico su cui fare affidamento per la ripresa economica del Paese nei prossimi 18/20 mesi”. Per farlo, tuttavia, bisognerà “aumentare adesso gli investimenti nel comparto per garantire il mantenimento della competitività italiana su tale mercato”. A proposito di investimenti, l’AD di Leonardo, Alessandro Profumo, ha ricordato che la sua azienda “investe circa 1.5 miliardi di euro l’anno dei 2 complessivamente investiti dalle varie aziende del settore” e che, in termini di competitività e presenza sui mercati internazionali, “Leonardo destina l’86% della propria produzione all’export, con mercato di riferimento quello statunitense”. Per quanto riguarda le conseguenze del COVID-19 sulla produzione, Profumo ha ammesso che la pandemia ha avuto “un impatto negativo sugli ordini relativi ai velivoli civili (per l’ovvia contrazione della domanda da parte delle compagnie aeree, ndr), mentre la leggera riduzione negli ordini riguardanti gli elicotteri civili verrà probabilmente compensata da un aumento proveniente dal settore medical services/soccorso”. Nel frattempo, ha ricordato l’AD di Leonardo, “il COVID-19 ha causato un’accelerazione nello sviluppo di diversi programmi dell’azienda nel campo cyber, intelligence, intelligenza artificiale e realtà aumentata, nonché nelle tematiche e nei progetti relativi a Leonardo Labs per il quale è già previsto un primo bando per l’assunzione di 60 ricercatori, su un totale previsto di 400”. Tornando sulle capacità di investimento nel settore, l’AD di Fincantieri Giuseppe Bono ha sollevato dubbi sul fatto che “in Italia avremo la possibilità di mantenere ed aumentare gli investimenti nel settore dopo il COVID19”. Resteranno fondamentali quelli nel campo “Ricerca e Sviluppo” che, tuttavia, “vengono finanziati autonomamente dalle stesse aziende (senza contributi statali) essendo finalizzate allo sviluppo di prodotti finali concordati con le esigenze e le richieste del cliente”. “Inutile fare investimenti a pioggia su sistemi che non rispondono ai requisiti dei clienti, come spesso avvenuto in passato”. Sempre restando sul tema degli investimenti, Bono ha voluto opportunamente ricordare come “l'acquisizione dei cantieri di Marinette Marine in Wisconsin nel 2008/2009, in piena crisi finanziaria e da molti criticata, si è dimostrata una scelta lungimirante che ha contribuito alla vittoria della gara per le future fregate FFGX della US Navy”. Nel suo intervento, il Managing Director di MBDA Italia, Pasquale Di Bartolomeo, ha evidenziato come “il settore aerospazio e difesa ha bisogno del sostegno concreto dell'Europa. La sostenibilità degli investimenti nel settore missilistico in UK, Francia, Germania è ancora troppo superiore a quelli previsti in Italia e ciò ha conseguenze su tutta la filiera delle tante aziende che supportano la produzione di MBDA Italia”. Altro fattore critico, quello afferente al futuro sistema di protezione contro minacce missilistiche ipersoniche TWISTER e alla necessità della “presenza dell’Italia al tavolo decisionale europeo, dove altri si stanno già ritagliando ruoli capacitivi e industriali per le proprie aziende”. Per quanto riguarda la resilienza dell’azienda durante il COVID-19, Di Bartolomeo ha sottolineato che “nonostante la pandemia, MBDA Italia ha mantenuto i suoi livelli di capacità operativa e di produttività grazie ai giovani che si sono adattati rapidamente alla situazione”. Nel suo intervento, il Presidente di Elettronica Enzo Benigni ha voluto evidenziare come, nel complesso, “l’industria della difesa italiana abbia dimostrato una buona resilienza all'effetto COVID19, dimostrandosi protagonista in positivo in questo nuovo scenario”. Per restare rilevanti, tuttavia, è necessario che la “difesa e l'industria del settore incrementino il loro coordinamento tramite una cabina di regia/comitato strategico/gruppo d’emergenza che consenta tempestività, semplificazione burocratica e sostegno prioritario all’’industria nazionale. Per la prima volta nella storia europea, infatti, ci sono molte risorse finanziarie che vanno guidate a livello governativo. Il funzionamento di questi finanziamenti prevede la prioritaria presentazione di progetti esecutivi. Auspico la costituzione di un “Gruppo di emergenza” che prima dell’estate formuli un piano di interventi strutturato, condividendo la opportuna gerarchia di priorità tra i suddetti progetti”. Intervento finale del Sottosegretario alla Difesa On. Angelo Tofalo, che prima ha dato diversi spunti interessanti. Il primo quello riguardante la conferma del progetto riguardante “l’elaborazione di un dispositivo normativo per un piano quinquennale di finanziamenti alla difesa”. Inoltre, pur ammettendo un certo ritardo dell’Italia nel settore spaziale e in quello terrestre, con un “Esercito che soffre maggiormente rispetto alle altre FFAA in termini di capacità tecnologiche”, ha riconosciuto che il disimpegno statunitense dallo scenario europeo “obbliga l’Europa a rafforzarsi ed a iniziare a riflettere sulla necessità di difendersi da sola”. Ben vengano, in tal senso, “i programmi per il futuro carro armato europeo, per i sommergibili di nuova generazione e per i caccia di 6ª. Bisogna investire in capacità innovative (mezzi a pilotaggio remoto aerei, navali e terrestri), non limitandosi al settore cyber o EW”. Altro spunto interessante quello relativo alla possibilità di organizzare in futuro “un salone dell’industria della difesa nazionale itinerante e suddiviso per domini (aria, cyber, mare, spazio e terra), con svolgimento in diverse località nazionali rappresentative delle tante eccellenze italiane nel settore. Una vera e propria vetrina per l’industria della difesa italiana. Il progetto – ha ricordato Tofalo - è in fase di start-up ed ha il pieno supporto del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, nonché di Segredifesa e del Generale Niccolò Falsaperna che stanno già elaborando una serie di proposte”.
Alla luce di quanto detto, si può affermare che esistono tutti i presupposti affinché l’industria della difesa sia il vero protagonista della ripartenza pure in un Paese come l’Italia. Per farlo tuttavia, va “sgombrato il campo dalla paura e dai pregiudizi che ancora circondano il mondo della difesa, eccezion fatta per alcuni ristretti consessi”, come evidenziato da Crosetto e dall’On. Angelo Tofalo che ha ribadito la necessità di “abbattere l'ipocrisia che circonda tale settore, asset strategico e fondamentale per la politica estera, l'economia, l'occupazione e la crescita tecnologica dell'Italia”.