RIVISTA ITALIANA DIFESA
Drone carrier, una nave per il futuro 21/05/2020 | Pietro Batacchi

In un momento di grande mutamento degli scenari internazionali e di grande trasformazione dottrinale, in campo navale si stanno studiando progetti in grado di operare in futuro accanto alle navi dal design tradizionale. Abbiamo già parlato al proposito delle nuove unità leggere anfibie a cui stanno pensando US Navy e Marines e delle NUE (Nuove Unità Expeditionary), un concetto, quest’ultimo, da RID reso agli onori della cronoca e sottoposto all’attenzione degli Stati Maggiori. Adesso è il momento di parlare delle “drone carrier”, un ulteriore concetto che si sta delineando e sul quale sta conducendo una riflessione pure la Marina Militare. Ci riferiamo in particolare a navi madre con un dislocamento attorno alle 15.000 t, condotte da un equipaggio numericamente molto contenuto, assistito da robusti moduli di intelligenza artificiale, e configurate per operare con droni di ogni tipo – aerei, navali e subacquei – con i quali condurre operazioni di disturbo, stimolo e saturazione delle difese avversarie. Unità del genere offrirebbero una minore segnatura rispetto alla tradizionale portaerei o alla tradizionale nave anfibia, mettendo però in campo una serie di capacità con le quali aumentare le potenziali linee d’attacco ed i dilemmi per l’avversario. In pratica, il compito di tali navi sarebbe demoltiplicare i gruppi navali e loro capacità incrementandone allo stesso tempo la resilienza. Approfondimento su una monografia di prossima uscita come x-Trà.


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