RIVISTA ITALIANA DIFESA
Nuovo caccia, il Giappone fa da sé? Anche no 01/04/2020 | Redazione

Il Giappone ha annunciato che proseguirà in maniera indipendente nel programma per lo sviluppo del caccia di nuovo generazione F-3, destinato a rimpiazzare l’F-2, variante locale dell’F-16. Nel 2018, Tokyo aveva emesso una RFI con l’obbiettivo di ottenere per il programma il supporto in termini di progettazione e design da parte di aziende straniere. Alla RFI avevano risposto Lockheed Martin, proponendo una soluzione basata su un ibrido tra F-35 ed F-22, e BAE Systems, con una soluzione basata sul design del TEMPEST e sull’ingresso a pieno titolo del Giappone nel nuovo caccia. A questo punto, il Giappone sembra orientato a proseguire integralmente sulla strada dello sviluppo nazionale, salvo poi che la stessa Difesa nipponica ha precisato che il progetto include comunque la possibilità della cooperazione internazionale. Per cui è possibile immaginare sì uno sviluppo nazionale, ma con un qualche forma di apporto esterna. Il Giappone del resto ha un’industria militare molto sviluppata, soprattutto in campo cantieristico e elettronico, ma le competenze in termini di progettazione di caccia restano limitate come dimostrato pure dallo stesso F-2, co-sviluppato con gli Stati Uniti sulla base dell’F-16. La sfida, dunque, è molto impegnativa,anche perché si sta parlando di un velivolo di nuova generazione ed è probabile pertanto che, esattamente come accade in Corea del Sud con il caccia KF-X, anche il Giappone alla fine si rivolga in maniera rilevante ad aziende internazionali con una solida competenza e solide tradizioni di sviluppo e progettazione di caccia da combattimento.


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