I primi dettagli del piano di ristrutturazione del Corpo dei Marines, fortemente voluto dal Comandante, Generale David H. Berger, sono stati annunciati e danno una chiara testimonianza di quanto a fondo andranno i tagli necessari a finanziare i nuovi concetti operativi e i sistemi ad essi collegati. Nel prossimo decennio la componente regolare dell’USMC andrebbe a privarsi di tutti i suoi carri armati M1A1 ABRAMS oltre che, presumibilmente, della totalità dei veicoli supporto ad essi collegati, dal’Armored Bridge Launcher Vehicle (su scafo M60) al veicolo recupero M88A2 HERCULES passando anche per l’M1150 SHREDDER, il veicolo da sfondamento ostacoli e campi minati derivato dall’M1. In tutto sparirebbero 7 compagnie di MBT, visto che già negli anni scorsi l’USMC aveva sciolto metà delle compagnie del 2nd Tank Battalion di Camp Lejune, North Carolina. Spariranno anche le Bridge Companies, le compagnie di genieri specializzati nella costruzione di Medium Girder Bridges e ponti a nastro e pontone, indispensabili al traffico pesante. Pagheranno un prezzo salato anche le batterie di artiglieria a tubo, che andranno quasi a sparire, calando da 21 a solo 5. Di contro, le batterie di razzi e missili, oggi rappresentate da 7 compagnie su M142 HIMARS, aumenteranno a 21. Proprio le batterie missili sono le grandi vincitrici nella visione del Generale Berger e del suo staff, che le vedono come cuore delle capacità offensive distribuite del nuovo corpo dei Marines. Più importanti persino della componente aerea, che vedrà riduzioni importanti: gli attuali 7 squadroni di elicotteri d’attacco (AH-1) caleranno a 5; gli squadroni elicotteri pesanti (CH-53E ed, in futuro, CH-53K) da 8 a 5. Saranno sciolti anche 3 dei 17 squadroni equipaggiati con i convertiplani MV-22 OSPREY. Non si salveranno del tutto neppure gli squadroni da combattimento ad ala fissa, poiché tutti e 18 sopravvivranno, ma saranno tutti dimensionati a 10 velivoli ciascuno. Finora il piano dell’USMC era di arrivare a schierare, una volta rimpiazzati tutti gli HARRIER e gli HORNET, 9 squadroni da 16 F-35B ciascuno, 5 squadroni da 10 F-35B ciascuno e 4 squadroni da 10 F-35C, più le flotte destinate all’addestramento. Questo cambio di piani suggerisce un taglio di 54 apparecchi, tutti del tipo F-35B, ma bisognerà attendere ulteriori dettagli prima di poter avere certezze. Sarà raddoppiato il numero di squadroni equipaggiati con velivoli senza pilota, da 3 a 6, e aumentato di 1 il totale degli Sqn su C-130J, da 3 a 4. Anche la fanteria vedrà tagli e riorganizzazioni: da 24 battaglioni si scenderà a 21, e ogni battaglione sarà ridotto di circa il 15% rispetto alla forza attuale di 850 elementi. Questa riduzione sarà accompagnata anche dalla riduzione da 6 a 4 delle compagnie di veicoli anfibi d’assalto, con conseguente ridimensionamento per il piano d’acquisizione degli 8x8 ACV di Iveco e BAE Systems. La forza del Corpo dei Marines sarà complessivamente ridotta di circa 12.000 unità, un trend al ribasso avviato già con un taglio di 2.300 unità (calando a 184.100 totali) con la budget request per il 2021, che però è ancora nel suo iter di revisione e approvazione da parte del Congresso e potrebbe quindi essere modificata. Non si fa mistero poi del focus sull’Oceano Pacifico e sugli arcipelaghi del Sudest asiatico: la III Marine Expeditionary Force (MEF) sarà quindi la principale componente combattente e sarà modernizzata con la creazione di 3 Marine Littoral Regiments per operazioni di Sea Control e contro-Sea Denial ad alta intensità. Rimarranno 3 Marine Expeditionary Units (MEU) per proiezioni di potenza globale grazie a gruppi navali più eterogenei che in passato, superando il consueto modello “tripartito su 1 LHD, 1 LPD, 1 LSD” in favore di raggruppamenti di unità che potranno includere anche Expeditionary Sea Bases (ESB) e catamarani veloci Expeditionary Fast Transport (EFT), oltre ad altri tipi di naviglio in fase di studio. L’acquisizione di più piccole, più numerose e spendibili unità anfibie è una priorità, insieme all’acquisizione di capacità unmanned avanzate, potenziamento delle capacità EW e di Strike a lungo raggio oltre che di forward basing, inclusi gli aeroporti expeditionary da allestire su isole catturate (EAB, Expeditionary Advanced Base) e da impiegare per distribuire elementi aerei su un’ampia zona, riducendo la vulnerabilità nei confronti della minaccia missilistica a lungo raggio avversaria. Se ora si comincia ad avere un’idea chiara dei tagli, tuttavia, altrettanto non si può ancora dire per le nuove acquisizioni. Ancora da chiarire anche l’impatto che questo piano avrà sui reparti della Riserva. Articolo monografico su RID 6/20.