RIVISTA ITALIANA DIFESA
Grandi manovre per i Marines 17/03/2020 | Marco Giulio Barone

Nell'estate del 2019, il Comandante del Corpo dei Marines, il generale David H. Berger, ha pubblicato la sua Commandant’s Planning Guidance che stabilisce la nuova struttura delle forze, il nuovo impianto dottrinale generale e i conseguenti piani di addestramento. Dopo un decennio di operazioni molto diverse, con un notevole impegno in Iraq, Afghanistan e altri ambienti prettamente terrestri, i Marines torneranno al loro ruolo di origine. Come ha affermato il Comandante Berger, "il Corpo dei Marines sarà addestrato ed equipaggiato come una forza di spedizione navale pronta a operare all'interno di spazi marittimi contestati, in simbiosi con le operazioni della U.S. Navy. Il Corpo dei Marines completerà le capacità navali con la proiezione di forza su isole, coste e ambiente costiero”. Dopo una breve fase di riflessione, le prime trasformazioni sono in atto dall’inizio del 2020. Le 3 Marine Expeditionary Forces (MEF) rimarranno la pietra angolare dell'organizzazione, ma saranno riadattate ai requisiti specifici delle flotte della US Navy. Pertanto, la I MEF sarà adattata alle esigenze della 3rd Fleet, che ha come missione la deterrenza strategica e il conflitto convenzionale, e la II MEF si allineerà alle esigenze delle 2nd Fleet e 6th Fleet. La III MEF ha un ruolo considerato “speciale”, in quanto assegnato al seguito della 7th Fleet nel teatro definito ormai come indo-pacifico, principale focus strategico degli Stati Uniti. In questi mesi, i dettami del Comandante Berger sono già stati assorbiti e l’intero cambio dottrinale è in fase di implementazione. In particolare, le Marine Expeditionary Unit (MEU) continueranno a rimanere task force ad alta prontezza ed efficacia, ma non saranno più la punta di diamante dei Marines. Piuttosto, saranno strumenti limitati per le crisi puntuali. Le loro dimensioni saranno modulari e non più basate sul "paradigma delle 3 navi" (una LHA/LHD, una LPD e una LSD). Invece, un processo di generazione delle forze verrà messo in piedi a seconda degli scenari e del livello di minaccia, specialmente negli ambienti anfibi complessi e vasti del Pacifico. Il mix di forze attraverso cui tutto ciò diventerà un nuovo CONcept of OPerationS (CONOPS) è ancora in discussione, così come la dottrina e le tattiche correlate. Tuttavia, il Generale Berger ha già anticipato quali risorse faranno la differenza, a partire dalle Expeditionary Sea Bases (ESB), che sono poste al centro del processo di generazione delle forze, e dai catamarani veloci Expeditionary Fast Transport (EFT). Le 11 EFT della classe SPEARHEAD sono considerate una risorsa ideale per un rapido spiegamento e sono attualmente in forza al Military Sealift Command (MSC), con una dodicesima unità pianificata nel 2020. I nuovi concetti operativi dei Marines rendono la collaborazione con l’MSC del tutto inedita, con navi di seconda linea che vengono richieste dai Marines come gap filler per compiti di prima linea, in attesa di emanare un requisito apposito. Per operazioni rapide e/o puntuali, i Marines stanno inoltre studiando la possibilità di procurarsi LHD/LPD veloci, dalle linee stealth, con capacità di supporto di fuoco diretto ed economicamente sostenibili (leggi: spendibili). Come ricorda il Comandante Berger: "Non importa di che crisi si tratti, i nostri leader civili dovrebbero sempre avere chiara i mente un’opzione: inviare i Marines". E il Corpo dei Marines dovrà essere pronto ad agire di conseguenza.


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